Parma- Napoli: le pagelle di Pasquale Lucchese

Condividi su

 

Non ci si abitua mai! Benché il copione si ripete inesorabile (nelle ultime 8 trasferte sono stati raccolti appena 4 punti) proprio non riesci a non restar deluso, frastornato, incredulo di fronte all’ennesimo scempio messo in pratica dal tuo Napoli. Anche a Parma, gli azzurri scendono in campo senza grinta e mordente, subendo la maggiore determinazione dei ducali già retrocessi e falliti. Una discreta ripresa non può cancellare i primi 45 minuti, anzi non fa che accrescere i rimpianti, per l’ulteriore occasione sprecata. Non resta che la solita amarezza e rabbia, il solito fegato che maledice il tuo esser tifoso, il cervello che implora pietà, pur sapendo di non aver alcuna chance di vittoria!

Pagelle

Andujar: Gravissime colpe in occasione della prima rete, responsabilità anche sulla seconda marcatura emiliana. Ha fatto meglio di Rafael, era difficile fare peggio, ma i loro errori sono costati troppi punti. Voto 3

Albiol: Solite sbavature, nel secondo tempo prova a impostare. Combatte. Voto 5

Koulibaly: Parte indeciso, poi ci mette grinta e determinazione. Voto 5+

Strinic: Goffo e impreciso, nella ripresa spinge con più intensità. Voto 5

Henrique: Capace solo di commettere falli utili al Parma per perder tempo. Voto 4

Inler: Voto 1

Gargano: Voto 2

Mertens: La rete salva una prestazione insufficiente. Voto 5.5

Hamsik: Nel primo tempo l’assist per la rete di Gabbiadini e poco altro, nella ripresa non trova la giocata, va a tiro un paio di volte ma colpisce sistematicamente Mirante. Voto 5+

Gabbiadini: Anche per lui il gol e poco altro. Voto 5.5

Zapata: Pessima prestazione, non gli riesce niente. Voto 4.5

Subentrati:

Callejon: Va vicino al gol. Voto 5.5

Higuain: Fa solo confusione, lui dovrebbe fare la differenza. Voto 5-

David Lopez: S.V.

Benitez: Chiamare in causa il turn-over è quanto di più scorretto e ingiustificato si possa fare. Ad eccezione di Zapata per Higuain, e in parte di Henrique per Maggio, in campo sono andati tutti giocatori che non possono considerarsi meno titolari degli altri. Che piaccia o meno con lui non esistono i titolarissimi, ad eccezione di Albiol, Callejon e Higuain, l’asse madrileno che dovrebbe garantire qualità ed esperienza. Koulibaly non è certamente inferiore a Britos, né può esser considerato meno titolare dell’uruguaiano; idem dicasi per Strinic (che in Europa non può giocare) e Ghoulam. Della mediana neanche parliamo, chiunque dei 4 giochi, forse ad eccezione di David Lopez e in qualche caso di Gargano, nulla muta. In avanti Mertens vale Insigne e Gabbiadini vale Callejon, quindi si può attaccare il trainer iberico su tutto, ma non su questo versante, farlo è privo di logica.

Ennesimo impatto molle su una partita che andava vinta: continuo a pensare che un allenatore debba certamente motivare il suo gruppo, ma in campo ci vanno fior di professionisti profumatamente pagate. L’ardore, l’adrenalina dovrebbero esistere a prescindere. Un ragionamento che vale ancor più per un mister come Benitez, saldamente ‘razionale’ e scientifico, al limite del maniacale, che sembra instaurare con i giocatori un rapporto fondato principalmente sull’aspetto professionale e non umano.

Arbitro: Arbitra all’inglese in una sola direzione, ma non condiziona il match. Voto 5.5

Parma: Il fatto che giochino e combattano, nonostante la retrocessione e soprattutto il fallimento, gli fa certamente onore, ma neanche deve innalzarli ad impavidi eroi dei giorni nostri, si tratta di principi base e ovvi dello sport. Appurato ciò, un paio di riflessioni, figlie delle parole di Donadoni, ex di giornata, nel dopo-gara, caratterizzato da momenti di tensione tra alcuni giocatori delle due opposte fazioni (nella fattispecie lo stabiese Mirante e Higuain su tutti). Volendo limitarci a questa stagione, bisognerebbe ricordare a Donadoni che il Parma in A neanche dovrebbe esserci, la squadra ad agosto non poteva né doveva iscriversi, vista la situazione economica in cui i ducali versano. In questo momento gli emiliani giocano solo grazie ad una Lega e ad una Federazione, che per evitare figure meschine, e per nascondere la polvere sotto al tappeto, regala soldi ‘pubblici’ ad una società privata fallita, ricoperta di debiti. Fa bene a tirare in ballo la storia dei giocatori che nonostante non percepiscano lo stipendio, sudano, si allenano e in campo danno l’anima; fa bene a ricordare che i giocatori hanno firmato un accordo che li farà recuperare il 25% delle loro spettanze. Senza voler scadere nel becero qualunquismo e nel facile sensazionalismo, sembra palese che non avremo un aumento di senza-tetto, né di indigenti, a causa di questa firma e di questo accordo.

La morale da una società che qualche anno fa mandò il Napoli in B, lasciando vincere il Verona di Pastorello (braccio destro dell’allora patron gialloblu Tanzi, quello del fallimento della Parmalat), francamente non l’accettiamo. In campo volano tante parole e salvo casi che travalichino l’ambito strettamente sportivo, tutto deve risolversi sul rettangolo di gioco, al massimo negli spogliatoi. Inutile continuare con questa favoletta che ci vogliono propinare per nascondere la realtà: il Parma in A non doveva starci. Basta con questo vittimismo in salsa parmigiana, che sfiora elementi patetici. Ripartissero dalle serie inferiori o dalla Lega Pro, saremo lieti di rivederli in massima serie tra un po’ di anni.

Nella giornata dove tutto sembrava perduto, la doppia vittoria di Milano vs Roma, continua a tenerci a galla. Campionato davvero al limite dell’assurdo, dove 3 squadre fanno di tutto per non arrivare seconde. Anomalie di un pallone, speriamo condizionate solo e solamente dalla imprevedibilità e dalla straordinarietà di uno sport mai scontato.

Nato 43 anni fa a Napoli, da sempre residente a Casoria. Laureato in Storia alla Federico II, militante politico, impegnato nel mondo dell'associazionismo e del volontariato. Oltre alla storia, e alla politica, l'altra passione è il calcio, in particolare il Napoli. Il colore preferito è, ovviamente, l'Azzurro!