Un Napoli sontuoso e monumentale annichilisce la Roma, in un inedito anticipo al sabato pomeriggio. I primi quindici minuti del Napoli ti emozionano, lasciandoti senza fiato, i giallorossi vengono letteralemente devastati.
Per l’intera durata del primo tempo, c’è solo il Napoli in campo, ma quei primi 12-15 minuti sono da enciclopedia del calcio, compresa l’acrobazia con cui Higuain ci regala il vantaggio. Se avessimo chiuso la prima frazione con tre reti di scarto, non avremmo ‘rubato’ nulla, basta ascoltare l’onesto Garcia di fine match, per appurare che un simile pensiero non sia dettato dal tifo.
Nella ripresa la Roma ci prova, ma il Napoli è totalmente padrone del destino del match, tanto da sprecare ancora il raddoppio, prima di trovarlo a cinque minuti dal 90°.
Tutti ampiamente sopra la sufficienza, difficile trovare il migliore in campo quando è il collettivo a girare e funzionare.
Pagelle
Rafael: Non sbaglia le uscite, un buon intervento su Florenzi. Voto 6
Albiol: Non fa danni, attento nonostante qualche pallone buttato. Voto 6,5
Koulibaly: Partita di grandissimo spessore, un solo liscio che non danneggia la squadra, poi è grandioso. Voto 7.5
Maggio: Attento e preciso nella fase difensiva, si propone con intelligenza in appoggio. Voto 7
Ghoulam: Come Maggio. Voto 7
David Lopez: Partita di sostanza, recupera palloni e regala ordine in mezzo al campo. Voto 7
Jorginho: Prestazione importante, tatticamente preziosa, di certo la migliore stagionale. Voto 7+
Hamsik: Nei primi 20 minuti è straripante, poi cala. Voto 7
Insigne: Ancora una partita giocata su ritmi alti. Sembra finalmente liberatosi da ansie e paure. Voto 7.5
Callejon: Una traversa, un lezioso ‘cucchiaio’ e il gol, inesauribile. Voto 7+
Higuain: Un gesto tecnico strepitoso, in certe fasi avulso, ma sa mettere sempre lo zampino, vedi il raddoppio azzurro. Voto 7.5
Subentrati
Gargano: Entra e morde le caviglie, regala ulteriore dinamismo al centrocampo. Voto 7
Mertens e Inler: Ambedue hanno un impatto positivo sul match. Voto 6.5
Benitez: È la sua partita, è il suo Napoli. Quando il collettivo funziona, anche elementi non di primissima fascia, riescono ad esprimersi al meglio. Il gioco propositivo e martellante di Benitez è particolarmente dispendioso, richiede costante concentrazione e una continua applicazione di dettami ben precisi. Intensità e dinamismo oltre a sopperire ai limiti tecnici propri della rosa, diventano decisivi per dare quell’equilibrio tra i reparti che troppo spesso manca alla squadra.
Nella prima parte di stagione è mancato tutto, testa e ‘unità di intenti’ in primis, era quindi impossibile vedere ‘questo’ Napoli, che poi è lo stesso ammirato in tante occasioni lo scorso anno. Un primo ‘assaggio’ si è avuto domenica con il Verona ed è proseguito, nonostante il pari, a Bergamo. Si continui su questa strada, senza tentennamenti, magari si sprechi un po’ meno!
Arbitro: Partita amministrata bene. Voto 6
Roma: Annichilita e martorizzata da un Napoli vicino alla perfezione, facile pensare che sulla squadra pesino le 7 reti del Bayern. Quella vista al San Paolo, non era la Roma tanto (giustamente) temuta; resta da capire quanto sia merito del Napoli e quanto demerito dei giallorossi. Propenderei, in base a quanto scritto poco sopra, per la prima opzione. I capitolini restano la principale candidata ad anti-Juve.
Napoli e Roma: Per una settimana si è parlato di questo match, non tanto sotto l’aspetto calcistico, quanto sotto quello dell’ordine pubblico. Non entreremo nel merito della vicenda, l’abbiamo solo sfiorato a maggio, e preferiamo mantenere questa linea.
Un aspetto però è da sottolineare: come può essere a rischio una partita senza tifosi ospiti? ‘Pompare’ così una partita, oltre ad alimentare e aumentare la tensione tra due città, è strumentale e irrispettoso. Che oggi non fosse, non potesse succedere nulla di grave, era assolutamente scontato. E per piacere, non date ascolto a chi farà pesare come un fardello, quello striscione comparso in uno spicchio di Curva B. Sono dinamiche che riguardano minoranze ultras.
P.s. Quando smetteremo di pensare a Ciro come ‘napoletano’, e inizieremo a ricordarlo come un essere umano senza alcuna ‘bandiera’, dimostreremo di voler crescere, e forse capire e non strumentalizzare la sua tragica fine.