di Mirko Torre
“Non sarà mai una partita come le altre”.
Nella settimana che precede Napoli-Juventus, la frase che più ci rimbomba nella testa è questa, perché di fatto quando gli azzurri affrontano i bianconeri il calcio c’entra, ma fino a un certo punto.
Tante le dinamiche che hanno preceduto questa grande sfida, la figuraccia col Benevento di lunedì scorso, il problema dei nazionali, la polemica riguardante gli steward e l’organizzazione pessima della società prima dopo e durante le partite.
Ieri sera il Napoli ha vinto, recuperando una partita che si era messa male dopo un errore grossolano del greco Manolas, che continua ad alimentare dubbi e pensieri su alcune delle ultime partite dello scorso campionato, in cui qualche membro della squadra è sembrato più che sospetto.
Tra i tanti presenti in campo, Koulibaly ha scelto ancora una volta di decidere la sfida coi bianconeri, come già era successo a Torino, quando per un attimo i cuori dei napoletani si fermarono e ricominciarono a battere all’unisono guardando la rete dello Stadium gonfiarsi.
Identità, cuore e anche un po’ di fortuna con la C maiuscola, questo ci dice il risultato e l’andamento degli azzurri fino ad ora. Il mister, che mi sento di poter chiamare finalmente Allenatore dopo due o tre anni di tante, troppe parole in panchina, ha riacceso qualcosa nei tifosi partenopei, si e immedesimato in loro e in cosa vuol dire tenere alla maglia azzurra come se fosse una seconda pelle. E i napoletani l’hanno capito, soprattutto dopo l’iniezione di carica che ha dato in conferenza stampa prima della partita, quando ha espresso un concetto molto semplice, ma che qualcuno prima di lui aveva dimenticato: a Napoli c’è solo il Napoli, e questo deve essere chiaro a tutti.
Purtroppo il contorno del match è stato strano, diverso dal solito, nonostante la capienza ridotta del Maradona infatti, non è stato registrato il tutto esaurito, in particolare dal punto di vista visivo e sonoro si è sentita la mancanza delle curve che hanno deciso di non esserci fisicamente dopo la pioggia di multe per lo più ingiustificate arrivata dopo l’ultima partita, ma in realtà in qualche modo ieri sera allo stadio c’erano tutti, nei cori che abbiamo cantato, e nei fischi assordanti quando la Juventus tentava senza successo di giocare qualche pallone in mezzo al campo.
Partite come queste ti fanno crescere a livello di gioco, ma soprattutto a livello di mentalità, mancata troppo agli azzurri negli ultimi anni. E la mentalità sta arrivando, piano piano e passo dopo passo, facendo crescere nei tifosi e negli interpreti in campo un fuoco dentro che può solo alimentarsi nel corso della stagione.
Qualcuno dirà che è solo una partita, un tassello, che è ancora lunghissima ed ha ragione, ma noi per ora stiamo godendo, perché Napoli-Juventus non è e non sarà mai una partita come le altre e stamattina come ieri sera siamo tutti un po’ Matteo Politano e Kalidou Koulibaly.