di Andrea Carpentieri
Non possiamo chiedere, men che meno pretendere, che gli “altri” ci capiscano, che gli “altri” lo capiscano.
Una soluzione potrebbe essere, certo, quella di venire allo stadio che porta il Suo nome: chi ci venisse, ascolterebbe decine di migliaia di persone che Lo invocano e accompagnano la Sua canzone oggi, trent’anni dopo il Suo arrivederci e quasi quaranta dopo il Suo arrivo. Oggi che il Napoli domina in Italia e produce scintille di purezza calcistica in Europa, oggi che il tifo azzurro è tutto proiettato su Osimhen, su Kvara, su Lobotka, su Kim, oggi che è stupendo sognare di tornare a vincere ma è forse ancora più bello godersi il momento attuale di onnipotenza pallonara…
Oggi, nonostante il tempo trascorso e il presente di abbacinante bellezza, siamo lì, ad ogni partita, a urlare al cielo <<Marado’, Marado’>>, a ricordare al mondo, ciascuno di noi, anche chi questa fortuna non l’ha avuta per ragioni anagrafiche: <<Ho visto Maradona, ho visto Maradona, innamorato son!>>. Semplicemente, ci ritroviamo ogni volta a mandarGli il nostro messaggio di puro amore e di adamantina gratitudine chiamandoLo per nome come si fa con una fratello, certi che sorriderà bonario e dolce quando grideremo <<Ooolè, olè, olè, olè, Diego, Diego>>.
Questo amore viscerale – che mai nulla ha interrotto né interromperà e che, anzi, passa di padre in figlio come un segreto o un monile prezioso di famiglia – spiega solo in parte cosa Diego Armando Maradona sia stato e continui ad essere per noi.
Da sempre ci si affanna a descrivere, con parole spesso coinvolgenti, profonde, acute, sensibili, cosa Maradona sia stato per il calcio, per l’Argentina, per i tifosi di tutto il mondo. Cosa sia stato Maradona, appunto. Noi però, sappiamo cosa sia stato, cosa sia e cosa sarà, PER NOI, PER I NAPOLETANI, Diego: ed è tutta, tutta un’altra cosa.
Diego è stato, è e sarà quelle lacrime di puro amore e gioia che sento prorompere dall’interno, e che soltanto per pudore trattengo, quando Lo invoco allo stadio: lacrime che invece sgorgano prepotenti e spudorate mentre scrivo questo pezzo.
Nei confronti del nostro Diego ci sentiremo per sempre come tante piccole Dalma, e ci accosteremo all’immagine di Lui che conserviamo nel cuore con lo stesso, identico amore, certi di ricevere la stessa, identica carezza. Amore e carezza immortalati dalla più vera, dalla più dolce e dalla più eterna delle foto che lo ritraggano con addosso i colori nostri. Nostri e Suoi. Ieri, oggi, sempre.
Buon compleanno, mio invincibile Eroe.