di Christian Sanna
Una volta scrissi che la donna giusta é quella che non si incontra mai nella vita. Ne La Caduta del 1956 un lapidario Camus sentenzia Il vero amore è eccezionale, due o tre volte in un secolo all’incirca. Per il resto, vanità o noia. Per Fernando Pessoa le cose che non sono mai state rappresentarono una nostalgia dolorosa. E’ così: camminiamo dentro un cimitero di cose accadute, ma conserviamo sempre una rosa rossa in memoria di qualcuno che non c’è mai stato o di un evento mai realizzato.
Quasi mai la realtà é più bella del sogno, mentre a volte si avvicina all’incubo, quando nella vita s’affaccia una malattia o una guerra che la mettono in pericolo. E tutto diventa fragile, perdibile e senza senso. Nessuno ci ha mai pensato a ringraziare l’opportunità non colta, quel fiore di campo non raccolto, il bacio mai dato. E’ grazie alle incompiutezze che ognuno si porta un peso come un lutto nella propria esistenza, così si riesce nel miracolo di dare vita alla morte, nella misura in cui ciò che non è stato diventa materiale per gli esercizi dell’immaginazione positiva: sarebbe stato fantastico, sarei stato felice. Magari sarei finito su una spiaggia davanti all’Atlantico a fumare un sigaro all’anice, con una vecchia macchina da scrivere, pieno di idee, stordito dal rum dei Caraibi e dal sorriso contagioso di una donna dalla sensualità conturbante.
A cosa è servita tutta questa poesia? Dove è finito lo spartito del mio Concerto Interrotto? Quando arrivano le ragazze con i loro vestiti colorati e la voglia di ballare, la fame di vivere? Perchè non amo più?
Pavese diceva che quando un uomo invece di scrivere poesie, scrive lettere, è finito. Aggiungo: se comincia a telefonare o ad inviare messaggi, si può anche smantellare il cielo e spegnere il sole. Non resta più niente, a parte il resto in centesimi di bollette troppo care per non essere vere. Nel sogno ci si scalda al sole, non ci sono guerre e i bambini inseguono aquiloni sulle piagge del mondo.
Nel sogno si è troppo felici per avere fame, l’unica sete ammessa è quella di continuare a sognare con i sottotitoli in inglese, finlandese, arabo, cinese, russo, ucraino, francese, spagnolo, indonesiano. Nel sogno non ci sono limiti e confini, ma mille possibilità, svariate probabilità di aver fatto il sogno giusto, dopo aver troppo tentato invano nella vita.
A cosa serve l’arte, se poi la si mette da parte? Perchè non riesco più a sentire il tuo profumo sulla mia sciarpa?
Io sono diventato la memoria di un odore. Celebrazione del tuo tempio. Sfioro i tuoi desideri ma non li afferro. Resto precario dentro il limbo del niente, però poteva essere tutto. Quasi mai la realtà è più poetica della nostalgia di futuro o di quella felicità di cui mi è rimasta l’intuizione: troppo poco per goderne, un poco troppo per ignorarne l’esistenza. Così si finisce nel mezzo, con un piede nella rappresentazione e l’altro in molteplici avrei voluto. Se la realtà è questa, centomila volte meglio il sogno.
Nei sogni (altra cosa dagli incubi) non c’è spazio per la bombe e non ci sono gerarchie, niente giochi di potere sulle spalle della povera gente, nessuna malattia. Nei sogni i bambini inseguono gli aquiloni sulle spiagge del mondo e le donne hanno i fiori nei capelli. Per Ramón Gómez de la Serna Il sogno è un deposito d’oggetti smarriti.
E’ arrivato il momento che qualcuno a cui è rimasto un briciolo d’umanità vada in quel deposito, riordini gli oggetti e li restituisca a tutti i sognatori di pace.
I bambini s’incontrano
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Sopra di loro il cielo è immobile
nella sua immensità
ma l’acqua del mare che non conosce riposo
si agita tempestosa.
I bambini s’incontrano con grida e danze
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Costruiscono castelli di sabbia
e giovano con conchiglie vuote.
Con foglie secche intessono barchette
e sorridendo le fanno galleggiare
sulla superficie ampia del mare.
I bambini giocano sulla spiaggia dei mondi.
Non sanno nuotare
né sanno gettare le reti.
I pescatori di perle si tuffano per cercare
i mercanti navigano sulle loro navi
i bambini raccolgono sassolini
e poi li gettano di nuovo nel mare.
Non cercano tesori nascosti
non sanno gettare le reti.
Ride il mare increspandosi
ride la spiaggia luccicando pallidamente.
Le onde portatrici di morte
cantano ai bambini cantilene senza senso
come fa la madre
quando dondola la culla del suo bimbo.
Il mare gioca con i bambini
e la spiaggia ride luccicando pallidamente.
I bambini s’incontrano
sulla spiaggia di mondi sconfinati.
Nel cielo senza sentieri vaga la tempesta
nel mare senza sentieri naufragano le navi
la morte è in giro e i bambini giocano.
Sulla spiaggia di mondi sconfinati
c’è un grande convegno di bambini.
Rabindranath Tagore