Guardiamo il lato positivo. Siamo ancora in corsa per la corsa scudetto. La matematica non si discute. Ci vorrà ancora una settimana, forse, prima che la Juve diventi campione d’Italia per la sesta volta consecutiva. E questo non può far altro che aumentare i rimpianti. Pescara, Sassuolo, Genoa, Lazio, ancora Sassuolo, Palermo.
I punti persi dal Napoli in maniera imbarazzante nell’arco di questo campionato, l’avrebbero potuto portare tranquillamente al secondo posto; addirittura si sarebbe potuto competere per il campionato, se si fosse avuta maggiore attenzione. E ieri ci siamo ritrovati nella situazione di sperare che la Roma perdesse proprio contro la Juve, per poter superare i giallorossi a due curve dalla fine. Invece la Juventus, l’imbattibile Juventus, ha perso. Il Napoli è la squadra meno battuta del campionato, ora, con quattro sconfitte, e questo è un altro dato che aumenta i rimpianti.
La sconfitta della squadra campione in carica è arrivata in modo quantomeno strano. Nessuna combine, nessun biscotto. Ma sfido chiunque a dire che la Juve la partita volesse davvero vincerla.
La Roma sì.
Ad ogni modo, a guardare il Napoli nel pomeriggio, e le due “prime della classe” in serata, non ci si spiega come sia la squadra di Sarri a inseguire le altre due. Potremmo avere tranquillamente dieci punti di vantaggio su entrambe, se non fossimo dei fessi. Siamo una macchina, ma non da guerra. Una macchina capace di vincere e divertire nello stesso momento. Una macchina che fa innamorare chiunque la guardi. Tranne juventini e romanisti. Loro, se parli di come gioca il Napoli, ti rispondono: “Sì, ma che avete vinto?” (tralasciando che l’ultimo trofeo della Roma risale a dieci anni fa)
Siamo stanchi di spiegarvelo. Vogliamo vincere, ma non è la nostra priorità. Quel vostro motto, sull’unica cosa che conta nella vita sportiva, non è il nostro. Noi amiamo la nostra squadra e basta, a prescindere da come vanno le cose. Invece da ieri i commenti juventini e romanisti impazzano sul web. Addirittura Juventini che prendono in giro i Napoletani per nascondere il fatto che in cuor loro hanno preso malissimo la partita di ieri. E prendono in giro i Napoletani ancora terzi.
I Romanisti che si vantano di essere secondi e di aver battuto la capolista, e ci deridono.
Ragazzi, lo sappiamo che siete frustrati, ma non vi sentiamo. Siamo estasiati da quello che abbiamo in casa nostra per pensare così tanto alle vostre manie. La partita di ieri è stata l’unica gioia per i romanisti, e una bella delusione per gli juventini, che, come al solito, quando perdono, fanno finta che a loro non interessi molto. Che poi è la verità. Sempre. Non sanno manco che vuol dire tifare per una squadra di calcio, e vogliono insegnarci come fare.
E vogliono pensare di sapere come stiamo. Quando soffriamo. Quando gioiamo. Signori miei, persino Jon Snow sa più cose di voi. Voi non sapete davvero nulla. Io ne so due di cose, anzi tre. La prima è che siamo spaventosamente superiori alla Roma, e, se sarà preliminare, sarà soltanto per errori nostri, ma abbiamo la forza per superarlo e per iniziare la stagione alla pari. La seconda è divertente. Provate ad accendere Sky, se lo avete, e ad andare sull’on-demand. C’è uno speciale sul sesto scudetto consecutivo della Juventus. Lo vincerà, ma non lo ha ancora vinto.
E la prostituzione intellettuale di certi giornalisti, addirittura in grado di dire che Dybala sia più forte di Messi e di Cristiano Ronaldo, si palesa in modi talmente svariati da far ribrezzo. Caressa, per inciso, aveva detto che il Napoli a Torino se la sarebbe vista nera. Beato lui che ne capisce di pallone. La terza cosa che so è che siamo quasi pronti.
Ho come l’impressione che nello spogliatoio del Napoli ci sia stato un patto di ferro tra tutti, tra chi vorrebbe andare via e chi no.
Come se il Mister, il cui processo di santificazione inspiegabilmente non è ancora iniziato, avesse detto a tutti di rimanere qui per provarci davvero.
E io ci voglio credere, e ci credo. Perché non è più una questione di paura e di gioco. Perché la paura ora ce l’hanno gli altri. Perché noi siamo impressionanti.
Ci vuole solo un minimo di attenzione in più. Pescara, Sassuolo, Genoa, Lazio, ancora Sassuolo, Palermo. Potevamo essere in Paradiso. Impariamo dai nostri errori, e lo spettacolo che vediamo ogni domenica e che ci riempie il cuore di orgoglio e gioia, diventerà poesia da raccontare ai nipoti. Lo è già ora, poesia. Ma se poi vinci, la poesia ha tutto un altro sapore.