L’area dei Campi Flegrei ritorna a spaventare i suoi abitanti, con uno sciame di scosse sismiche, a partire dalla mattinata di mercoledì 7 ottobre, tutte registrate tra l’area di Pozzuoli, Agnano, Bagnoli e la Solfatara.
Secondo quanto rilasciato dall’Osservatorio Vesuviano, queste non sono state di particolare intensità: si sono assestate a 2,5 gradi della scala Richter e non oltre i 3 km di profondità nel sottosuolo, con epicentro probabilmente in via Pisciarelli (Agnano), ove sono state segnalate più scosse. Non vi è stato, inoltre, alcun danno a cose o persone, solo un po’ di spavento per i più sensibili, dopo il classico boato precedente una scossa, e molte strutture (in particolar modo scuole e sedi universitarie della zona) sono state evacuate per prudenza.
La zona dei Campi flegrei (dal greco flègo, ossia brucio) è una gigantesca caldera vulcanica quiescente, che si estende per circa 15 km, da Monte di Procida a Posillipo, nata da due collassi del grande vulcano originario. Comprende molte bocche eruttive (Monte Nuovo, Averno, Astroni, Agnano-Monte Spina), laghi di origine vulcanica, ed è sempre stata luogo di terremoti, attività termali e fumaroliche (solfatara di Pozzuoli), e di periodici e lenti movimenti verticali del suolo, conosciuti col nome di bradisismo, i cui effetti passati sono ampiamente visibili sulle colonne del tempio di Serapide a Pozzuoli.
Le probabilità che nei prossimi 100 anni si risvegli tutta l’area flegrea, secondo gli esperti, sono bassissime, ma, se accadesse, gli effetti sarebbero catastrofici e su larga scala: si tratta di uno dei supervulcani più pericolosi al mondo, e quindi soggetti a improvvise e violentissime eruzioni, le cui immense quantità di magma, cenere ed altri prodotti vulcanici arriverebbero a seppellire città intere e a modificare intensamente il clima del pianeta.
E questo basta, per intuire che sono un vero e proprio rischio, non solo per l’intera zona, ma per tutta l’Italia ed il resto della Terra…pensando a coloro che, con estrema disinvoltura, stanno twittando frasi, invocando un ipotetico “lavaggio” del popolo napoletano.