Proveniente dai frutti delle palme da olio, l’olio di palma sembra essere il nuovo ‘oro’ per molte aziende!
Incolore, inodore, insapore, e soprattutto di basso costo oltre ad irrancidire difficilmente, si presta a svariati utilizzi: nella cosmesi come base di prodotti per la cura della persona, saponi e detergenti; viene usato come biodiesel, un biocombustibile ottenuto da fonti di energia rinnovabili; allevia il dolore delle ferite; infine, in ambito alimentare, come olio vegetale nella stragrande maggioranza dei prodotti edibili sul mercato.
Tuttavia, come si suol dire, non è tutto oro quello che luccica! Questo ingrediente –insieme all’olio di palmisto, ricavabile dai semi della palma- è oggetto di numerose controversie, specialmente nel campo dell’alimentazione, a causa dei danni che, secondo alcuni studi, provocherebbe al sistema cardiovascolare, nonché all’ambiente. Vediamo il perché.
Come tutti gli oli, è formato da trigliceridi, grassi (o lipidi), che a temperatura ambiente si trovano allo stato liquido, e che hanno come componenti principali gli acidi grassi. Negli animali e nelle piante questi costituiscono una grande fonte di riserva di energia, perché liberano un ammontare di calorie per unità di massa maggiore rispetto agli zuccheri ed alle proteine. Inoltre, i due oli prima citati vengono estratti tramite raffinazioni e processi chimici dall’olio di palma grezzo, di colore rosso, e più sano rispetto ai suoi ‘figli’ raffinati, perché conserva tutte le sue proprietà, come le vitamine A e C, le sostanze antiossidanti e i carotenoidi.
Gli oli di palma e di palmisto, difatti, contengono una quantità molto elevata di acidi grassi saturi, quelli che il nostro corpo non riesce a metabolizzare, e che apportano rischi maggiori per la salute, come aterosclerosi e ipercolesterolemia, e sarebbero anche causa di tumori. Ragion per cui è al supermercato che bisogna prestare la massima attenzione prima di comprare un prodotto: spesso sulle etichette compare la scritta ‘grasso vegetale’, senza però essere chiarito di che cosa realmente si tratti, se di olio di palma o palmisto o chissà cos’altro ancora di potenzialmente dannoso. Oltre a ciò, viene prodotto con un’agricoltura di notevole impatto ambientale: in Malesia e Indonesia, i principali produttori, la quasi totalità delle coltivazioni è riservata all’olio di palma, con una conseguente deforestazione spaventosa, a scapito sempre delle povere specie viventi che popolano questi posti costrette a soccombere sempre in nome del ‘dio’ denaro.
Gli studi a svantaggio di quest’olio sono molti di più di quelli a suo favore, e sono in continuo aggiornamento. Ad ogni modo, non va demonizzato totalmente: del resto, anche il burro e oli più comuni hanno problemi simili.
Come per tutto il cibo, ovviamente dipende dal consumo che se ne fa, dunque, parola d’ordine: moderazione!