Continuiamo il nostro viaggio nel mondo della Previdenza, in particolar modo oggi ci dedicheremo a quella privata, evidenziando le regole necessarie per il calcolo dei tempi di uscita e quindi del conseguente assegno previdenziale.
I lavoratori del comparto privato e di quello pubblico maturano la pensione di vecchiaia al conseguimento di 66 anni e 7 mesi con almeno venti anni di contribuzione. Per le donne, invece, l’età richiesta è di 65 anni e 7 mesi se trattasi di lavoratrici dipendenti e di 66 anni e 1 mese se autonome.
Tuttavia da gennaio 2018 è prevista una novità: non ci sarà più alcuna distinzione né di genere né di settore lavorativo e il requisito anagrafico sarà uguale per tutti, ossia 66 anni e 7 mesi. La pensione di vecchiaia sarà possibile conseguirla con 15 anni di contributi versati a patto che tale anzianità risulterà versata entro il 31 dicembre 1992.
Inoltre, anziché attendere la pensione di vecchiaia, è possibile giungere alla pensione attraverso il solo requisito contributivo che deve essere per il triennio 2016/2018 di 41 anni e 10 mesi per le donne e di 42 anni e 10 mesi per gli uomini. È necessario però, per poter accedere a questa ipotesi, che i lavoratori abbiano conseguito 35 anni di contribuzione esclusa quella figurativa derivante da periodi di disoccupazione e malattia. Se così non fosse sarà necessario proseguire nell’attività lavorativa per perfezionare questo requisito.
Nel 2011 la riforma sulle pensioni, ha introdotto un’altra forma di pensione cosiddetta anticipata contributiva a cui si può accedere al compimento dei 63 anni di età e 7 mesi con venti anni di contributi successivi però al 31 dicembre 1995. A tale tipologia di pensione è stata prevista una deroga per i lavoratori dipendenti del settore privato che consente loro di conseguire la pensione anticipata con 64 anni di età a condizione che entro il 2012 siano riusciti a perfezionare la quota 96 con 60 anni di età e 35 anni di contributi. Tuttavia la circolare dell’Inps 196/2016 ha esteso tale deroga anche ai lavoratori non del comparto privato a patto che entro il 28 dicembre 2011 fossero in possesso del requisito anagrafico e dell’anzianità contributiva.
Infine la legge di bilancio 2017 ha previsto la possibilità di andare anticipatamente in pensione attraverso l’Ape che sarà restituito al momento del pensionamento. Potranno godere dell’Ape sia i lavoratori pubblici che privati nonché autonomi che abbiano compiuto 63 anni, che siano a 3 anni e 7 mesi dal raggiungimento della pensione di vecchiaia e che abbiano 20 anni di contributi.