Uno “scherzo di cattivo gusto” di qualche funzionario, un perimetro tracciato “nel buio di un ufficio” da qualche funzionario che non beve acqua potabile! Un perimetro delineato da un “petrorobot”, da una macchina che pensa e vede solo idrocarburi!
Siamo nel 2016 e l’acqua potabile è sempre più una risorsa preziosa, insostituibile che per l’eternità i Monti della Maddalena continueranno a mettere a nostra disposizione gratuitamente. Si tratta di oltre 4000 litri al secondo tra Campania e Basilicata, riforniti dalle rocce carbonatiche fratturate e carsificate con bacini chiusi drenati in profondità da inghiottitoi dove si infiltra l’acqua piovana e dopo un breve percorso fuoriesce in varie sorgenti perenni fornendo una risorsa insostituibile per gli usi potabili e agricoli del Vallo di Diano, della valle del Tanagro e della Piana del Sele. I Monti della Maddalena costituiscono un monumento della natura, però facilmente alterabile da parte di sostanze inquinanti disperse in superficie e nel sottosuolo. E’ un serbatoio idrogeologico “delicato”: le attività inquinanti come quelle petrolifere su di esso sono incompatibili.
La Regione Campania è inadempiente in quanto avrebbe già dovuto delimitare i “giacimenti idropotabili strategici” che sono insostituibili per i cittadini e l’economia regionale. Deve procedere immediatamente ad attuare quanto previsto dal DLgs 152/06 (TUA Ambiente): deve cioè istituire i bacini idropotabili naturali da tutelare, cioè deve istituire quelli che noi chiamiamo i “Santuari dell’Acqua Potabile” in modo da evidenziare allo Stato Italiano che ha commesso un errore individuando un permesso di ricerca petrolifera sui Monti della Maddalena. Semplice!
I cittadini stanno semplicemente chiedendo che la Regione intervenga come impone il DLgs 152/06 (TUA Ambiente)! E’ bene, quindi, che gli aspetti geoambientali connessi alla ricerca di idrocarburi sui serbatoi idrogeologici naturali che ci alimentano gratuitamente di acqua potabile da millenni e lo faranno per l’eternità, non solo per pochi anni, rappresentino un “caso di importanza nazionale” e che le perimetrazioni dei permessi di ricerca siano immediatamente riviste da persone che siano in grado di capire che senza acqua potabile l’uomo non vive. Le attività petrolifere devono essere portate avanti, dove sono compatibili con l’assetto socio-economico locale), tutelando le risorse naturali e ambientali con la più assoluta garanzia di preservazione e tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee. Devono essere eliminati i permessi di ricerca che erroneamente comprendono i serbatoi naturali idropotabili come i Monti della Maddalena, i Monti di Muro Lucano-Monte Marzano-Monte Ogna-Contursi Terme, i Monti picentini, il Matese (tanto per rimanere in Campania