Da gennaio ad ottobre di quest’anno sono stati registrati 61.640 rapporti lavorativi stabili, di cui fanno parte anche contratti a termine o di apprendistato.
Un dato importante ma certamente non confortante se si pensa che nello stesso periodo del 2015 i contratti di lavoro stabili arrivavano a quota 588.039 con l’intervento del Jobs Act e dell’esonero contributivo pieno che successivamente è stato ridotto al 40% e che per il nuovo anno lascerà il posto agli incentivi per le assunzioni di giovani studenti.
In crescente aumento l’apprendistato (solo nel 2016 38.040 nuovi rapporti), assieme ai voucher che nel periodo gennaio-ottobre hanno registrato un +32,5% rispetto allo stesso arco temporale del 2015.
Un dato allarmante arriva dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps che ha rilevato come le assunzioni a tempo indeterminato siano calate del 32%. Il dato ovviamente riflette il periodo di stasi che le stesse aziende stanno vivendo in attesa che la situazione economica migliori. Di conseguenza anche le dimissioni tendono a calare e come ha dichiarato l’economista del lavoro Carlo Dell’Aringa “a testimonianza di come anche i lavoratori, in questa fase, si tengano stretto il posto di impiego in attesa di tempi migliori”.
Per il Governo la situazione non è posi così allarmante come dichiarato dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti “il jobs act funziona non vedo motivi per intervenire. Anche sui voucher ora monitoriamo gli effetti delle nuove norme sulla tracciabilità. Poi eventualmente faremo modifiche”.
Il tema voucher divide sia il mondo politico che quello dei sindacati. Questi ultimi, infatti, chiedono che si intervenga sui voucher nel più breve tempo possibile, data la precarietà del lavoro. Nessuna intesa neanche in Parlamento per i “buoni lavoro”. Secondo Cesare Damiano del Pd sarebbe meglio “tornare alla Legge Biagi, restringendo l’uso dei voucher alle prestazioni occasionali e accessorie”. Di opinione contraria Maurizio Sacconi di Ncd secondo il quale “i voucher sono l’unico strumento possibile di emersione degli spezzoni lavorativi e, con l’odierna tracciatura, sono controllabili dagli ispettori”.