di Alessandro D’Orazio
Il viaggio finora intrapreso sulle falle che lentamente stanno affiorando circa la misura del Reddito di Cittadinanza prosegue con le critiche mosse dal leader della Cgil Maurizio Landini, recentemente intervenuto all’incontro sul Mezzogiorno organizzato dallo stesso Sindacato regionale.
In particolare, il segretario Landini ha riferito che sul reddito di cittadinanza mancano “dati dettagliati. Abbiamo chiesto da tempo sia all’Inps che oggi lo gestisce sia al Governo di poter avere un confronto in merito. Un confronto per poter capire il funzionamento, perché noi non siamo mai stati contrari all’idea che servono strumenti per combattere la povertà: esiste e va affrontata. La nostra critica è sempre stata il collegamento un pò forzato tra il reddito di cittadinanza e la creazione di posti di lavoro.
Continuiamo a pensare che non debbano essere i centri per l’impiego a doverli creare; il lavoro si crea se ripartono gli investimenti. Credo che questo sia il nodo debole che va affrontato e va fatta una discussione di merito per capire esattamente i dati di come questo sistema funzioni. Non abbiamo pregiudizi – ha proseguito Landini – vogliamo però solo capire; anche perché combattere la povertà non è soltanto una questione di reddito.
Se si va a vedere sui territori cosa significhi combattere la povertà, possiamo trovarci di fronte a un problema che riguarda per esempio i servizi, la non autosufficienza, la scuola. Quindi in alcuni casi combattere la povertà vuol dire anche mettere nelle condizioni i territori, in senso generale le istituzioni, di poter avere anche strumenti in grado di affrontare questi temi”.
Le affermazioni proferite da Landini hanno seguito le dichiarazioni critiche mosse dal capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo. Tale circostanza sembrerebbe essere il sintomo che la misura perequativa dei pentastellati non stia per il momento funzionando a dovere.
Ciò che viene contestato da più versanti è proprio il fatto che il Reddito di Cittadinanza non riesca in realtà a supplire la nevralgica carenza di posti di lavoro esistente in Italia; anzi – secondo i detrattori più accaniti – gli unici posti di lavoro che il RdC è riuscito a creare sono stati quelli per i tremila navigator: le nuove figure professionali assunte recentemente allo scopo di ricollocare lavorativamente i beneficiari del reddito. Ironia amara a parte, è evidente che a tutt’oggi la misura in questione non abbia dato i frutti sperati. Si rimane tuttavia in attesa dei primi dati che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali dovrà palesare, al fine di trarre un primo bilancio sulla nuova misura introdotta.