di Giosuè Di Palo
Un tempo la parola abusata da chiunque era Resilienza. Un paese forte? Resiliente. Una persona coraggiosa? Resiliente; Gianluca Vacchi? Mr. Resilienza. Oggi la parola che entra più prepotentemente nelle nostre vite tramite la televisione e che, solo pensandoci mi sale un brivido di nervosismo lungo la schiena, è una: Alto profilo.
Sono iniziate lunedì le votazioni dei grandi elettori per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica, il nuovo affittuario del Quirinale, dopo che il precedente è riuscito a trovare un grazioso appartamento ai Parioli, Roma. La scelta su chi eleggere come successore, pare, debba ricadere su una persona “di alto profilo, caratura e ultra partes”. Terno!
L’unica cosa che mette d’accordo sinistra, destra e qualunque altro partito Nazionale è proprio il termine “alto profilo”. Come se, poi, nel caos di nomi fuoriusciti nelle ultime settimane a noi non andrebbe bene anche un medio profilo, un timido profilo. Un profilo a malapena sufficiente, da rimando a Settembre, che “quello è intelligente è che non si applica, signò!” Se le interviste dei politici fossero un gioco alcolico e per ogni ripetizione del termine “alto profilo” ci si facesse uno shot, chiunque sarebbe ubriaco dopo i primi dieci minuti.
Lasciando da parte la terminologia, andiamo a vedere chi sono, al momento, i nomi più “di alto profilo” favoriti al Quirinale. All’apice delle quotazioni troviamo lui, Pier Ferdinando Casini. Bologna, classe 1955. Esponente di estrazione democristiana, che si inserì prima come consigliere comunale a Bologna, aderendo alla corrente dei Dorotei, guidata da Bisaglia. Poi, uno dei più grandi collaboratori di Arnaldo Forlani. Nel 1993, nel pieno dello scandalo Mani Pulite, Casini ha cofondato il Centro Cristiano Democratico, che nel 1994 ha appoggiato il primo governo Berlusconi. Alleanza rafforzata nel corso delle elezioni politiche del 2001 e a maggio di quello stesso anno Casini è anche divenuto Presidente della Camera. Ha successivamente creato l’Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro (UDC) e, dopo essersi avvicinato alle posizioni di Matteo Renzi, appoggia il suo esecutivo dal 2014 al 2016 e, tra le file del centrosinistra, sarà candidato e poi eletto senatore, carica che ricopre tutt’oggi. Casini è quella stessa persona che, oltre ad aver cambiato più partiti politici che mutande, appoggia il Family Day e la famiglia tradizionale. Proprio lui che si è sposato, divorziato, risposato e ridivorziato dopo aver avuto due figli dalla seconda. Un paladino della coerenza insomma.
Fra gli altri super favoriti troviamo Sabino Cassese, classe 1935. Su di lui c’è ben poco da dire, giurista e accademico, ministro per la funzione pubblica nel governo Ciampi e giudice emerito della Corte Costituzionale. Tralasciando la caduta di stile avuta in piena emergenza Covid dove paragonò Giuseppe Conte a Orbàn, segno che la famosa saggezza senile non è poi così vera, viene da chiedersi solo se da oggi a sette anni Cassese riuscirebbe a ricoprire il ruolo con lucidità e chiarezza. O se, più cinicamente, fra sette anni lo ritroviamo qui.
Poi c’è Mario Draghi, il nostro attuale Presidente del Consiglio che vorrebbe tanto fare il salto di qualità, lo sprint finale. Lui che in questi mesi sta cercando di portare il Paese fuori dalla pandemia e dalla non meno pericolosa crisi economica. Il drago fra i draghi che, in fin dei conti, tenta solo di togliersi di dosso il ruolo di Maestro delle Elementari che mette in punizione i bambini cattivi, e come dargli torto? Infine, quasi come una luce in fondo al tunnel, c’è il nome di una donna, Elisabetta Belloni.
Diplomatica e funzionaria italiana e dal 2021 direttrice generale del Dipartimento delle Informazioni per la sicurezza, che ha il compito di vigilare sulle attività dei servizi segreti italiani e della produttività individuale. L’unica persona, e non donna per non scomodare il tanto temuto discorso delle quote rosa in politica, che al momento non vanta nessuno scivolone pubblico, nessun casino mediatico, nessuna battuta mal riuscita. Un’assoluta novità per noi, così tanto abituati a doverci destreggiare fra gli scivoloni e le melme mediatiche che calpestano ogni giorno i nostri amati politici. La Belloni potrebbe essere una persona capace, autorevole e, non di meno, abile nel settore delle relazioni diplomatiche, economiche e istituzionali. Sarebbe una scelta intelligente, ed ecco perché quasi certamente non sarà eletta.