di Viviana Trifari
Le famiglie spesso ti costringono a mettere radici storte, che fanno crescere rami aridi e che spesso sono costretti a potature “rigide e indirizzate” come quelle che si praticano ai bonsai.
La linfa vitale però resta e seppure faccia fatica a rinverdire ogni foglia del proprio albero, a volte spacca il terreno e prova a venire fuori. Bisognerebbe avere il coraggio di credere a quell’istinto di vita “selvaggia” e portarlo alla luce del sole, ma non è semplice e questo Elisa Ruotolo ce lo fa capire con estremo dolore.
Un linguaggio stilisticamente ineccepibile, così come le macchie che non riescono a “sporcare” la vita di alcuni di noi, troppo inclini all’obbedienza, troppo abituati al rigore, per farci “colorare” il fulcro dell’anima a partire dai bordi.
Ci vorrebbe un Andrea nella vita di ogni donna, nel bene e nel male. Ci vorrebbero nodi scorsoi sulla pelle viva, a spezzare ogni catena. Elisa Ruotolo ci apre gli occhi su un mondo arcaico ancora fin troppo moderno, ci consegna le chiavi dei catenacci che ancora oggi privano molte donne della proprio fiero lato selvaggio.
Libro di mancanze e occasioni perdute, libro di riflessioni e malinconie assolute. Lirismo fortissimo, prosa come se fosse poesia. Grazie Elisa.