Si è chiuso con la grande esibizione di Raphael Gualazzi, il Monfortinjazz and more 2015. L’artista sta portando in giro per l’Italia la sua tournée “Jazz me up” interpretando, con il suo tipico sound internazionale, grandi classici che hanno fatto la storia della musica, ad esempio “Imagine”, “Just the two of us”, “This little girl of mine” e alcuni suoi successi come “Sai (Ci basta un sogno)”, “Reality and fantasy” e “Follia d’amore”.
Un concerto di pura emozione per Gualazzi, alla continua ricerca di sperimentazioni e nuove contaminazioni, che si butta a capofitto in uno spettacolo dinamico e travolgente. Lui, bravissimo, alla voce e al piano, Ema Otu al basso e contrabbasso, Laurent Miqueu alla chitarra, Gigi Faggi alla tromba e Gianluca Nannini alla batteria.
Al termine, come da tradizione per il festival, un brindisi offerto dai produttori locali per degustare il Barolo.
Il Monfortinjazz si prepara a compiere 40 anni e si conferma un punto di riferimento impedibile per tutti gli appassionati della buona musica e non solo del jazz. Lo dimostra, anche in questa edizione, un cartellone ricco e vario dai Los Lobos a Branford Marsalis, da De Gregari ai Kings of Convenience. Il tutto nella suggestiva cornice dell’anfiteatro Horszowsky situato in cima a Manforte, paese ricco di storia, architettura, buona cucina e ottimo vino.
Buona l’acustica, splendido il panorama e ottima l’organizzazione, il festival vale sicuramente la pena di essere vissuto e non possiamo che attendere con ansia il cartellone della quarantesima edizione. Un doveroso ringraziamento all’ufficio stampa Adfarm/LasChicas e agli organizzatori del festival.
Report di Nicoletta Lucheroni