“Rapido 904: la strage dimenticata”: questo il titolo del libro, scritto dalla giovane giornalista napoletana Giuliana Covella, che sarà presentato sabato 24 Gennaio alle ore 18.00 presso il 249 Lounge Bar, di Via Nazionale delle Puglie, Arpino.
Il libro narra dell’attentato, anche noto come “strage di Natale”, compiuto domenica 23 dicembre 1984, nel fine settimana precedente le feste natalizie, presso la Grande galleria dell’Appennino ai danni del treno rapido n. 904, proveniente da Napoli e diretto a Milano. Il treno era pieno di viaggiatori che ritornavano a casa o andavano in visita a parenti per le festività.
Intorno alle 19 il convoglio fu colpito da un’esplosione violentissima mentre percorreva la Direttissima in direzione nord, in località Vernio, La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della 9ª carrozza di II classe, a centro convoglio: l’ordigno era stato collocato sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.
Per le modalità organizzative ed esecutive, e per i personaggi coinvolti, è stato indicato dalla Commissione Stragi come l’inizio dell’epoca della guerra di mafia dei primi anni novanta del XX secolo.
In occasione della presentazione casoriana del libro, abbiamo incontrato l’autrice, che si è prestata, con grande disponibilità, a rispondere a qualche domanda:
Anzitutto, chi è Giuliana Covella?
Una giornalista e scrittrice napoletana che ha fatto del suo lavoro una specie di missione quotidiana all’insegna dell’impegno civile e della legalità. Quella di contribuire a cambiare la società in cui viviamo, attraverso una corretta informazione.
Cosa significa per te oggi fare giornalismo, soprattutto in un contesto difficile come quello napoletano? Trasmettere ai lettori la realtà, fotografandone tutti gli aspetti attraverso la scrittura. Lavorare a Napoli ha un doppio valore: da un lato ti insegna a fare questo mestiere, in cui c’è da imparare ogni giorno, dall’altro ti espone a rischi a cui scegli tu di esporti, consapevole che nessuno ti darà una mano a difenderti e con tante, mille paure quotidiane.
Come è nata in te l’idea di scrivere un libro sulla strage del Rapido 904? Quali sono, a tuo avviso, i risvolti più significativi della vicenda? Ci racconti la chiave di lettura dell’opera?
È nata oltre un anno fa, dopo un colloquio con Rosaria Manzo, la giovane presidente dell’Associazione dei Familiari delle Vittime della Strage del Rapido 904. I risvolti più significativi sono quelli venuti fuori nel 2010, quando la Dda di Napoli ha riaperto le indagini, dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno fatto per la prima volta il nome di Totò Riina, individuato come mandante della strage. La chiave di lettura dell’opera è quella che si legge nell’intervista a Ferdinando Imposimato: “lo Stato non processerà mai se stesso”.
Perché nessun paese civile dovrebbe mai dimenticare i propri morti innocenti.
Alla presentazione di sabato 24, organizzata dai Comitati “Santa Pazienza d’Arpino” e “Giotto” e moderata dal giornalista Luigi Esposito, le letture dell’opera saranno curate dall’attore Giuseppe Zeno, reduce da svariati successi prodotti dalle reti Mediaset.