Il Settecento borbonico nel Regno di Napoli fu uno dei periodi più propulsivi e illuminati della storia napoletana. L’economia, la scienza, l’industria e la cultura vissero a partire dai primi anni del Settecento di un’aurea particolare.
I Borboni si avvalsero dei più grandi architetti dell’epoca per dar voce alle loro idee di stampo illuministico. Proprio sull’onda di questo rinnovamento sorsero grandi complessi architettonici e vennero realizzati moltissimi interventi urbanistici (un esempio è rappresentato dall’Acquedotto Carolino).
E’ opera dei Borboni uno dei complessi più belli e produttivi dell’epoca. La Reggia di Carditello, sita nel comune di San Tammaro a metà strada tra Caserta e Napoli. Il progetto borbonico che prevedeva la costruzione della Reggia rientrava nell’idea di implementare un sistema che provvedesse allo sviluppo del territorio vicino la Reggia di Caserta. L’assetto urbanistico andava delineandosi seguendo il progetto di sviluppo del territorio circostante e la costruzione di queste strutture contribuì a fornire un apporto produttivo notevole nell’industria e nell’agricoltura. la Reggia di Carditello – realizzata dall’architetto Francesco Collecini – per volere di Ferdinando IV di Borbone venne utilizzata come fattoria agricola dai caratteri molto innovativi. Qui avveniva la coltivazione del grano e l’allevamento di bovini e cavalli.
L’idea di produzione su cui si basava la Reggia di Carditello era la stessa che vedeva protagonista il Belvedere di San Leucio con la sua produzione di seta e lino pregiato. Insieme rappresentavamo un esempio incredibile di azienda di produzione.
E’ negli ultimi anni che Carditello ha conosciuto i nefasti del degrado e il processo di acquisizione del sito da parte dello stato per riportarlo in auge non è stato molto celere venne infatti acquistato nel 2014 dal ministero per i Beni culturali per iniziativa del ministro Massimo Bray dopo una serie di tristi peripezie.
Nel maggio 2016 la gestione di Carditello è passato al Polo Museale della Campania nato da un accordo tra il Ministero dei beni culturali, la Fondazione e il comune di San Tammaro. Il 29 ottobre è prevista la presentazione del progetto e la riapertura al pubblico del sito con la partecipazione del ministro dei Beni culturali e ambientali e del turismo Dario Franceschini, il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, e il sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino.