È di pochi giorni fa la notizia della presunta risoluzione di uno dei 7 problemi del millennio, l’ipotesi di Riemann, connessa ai numeri primi. Ad averla dimostrata, è stato un matematico britannico novantenne in pensione, sir Michael Atiyah, durante l’Heidelberg Laureate Forum in Germania, una sorta di raduno di scienziati.
L’ipotesi di Riemann, o meglio definita come congettura, rappresenta uno dei rompicapi più difficili ed allo stesso tempo affascinati rimasti irrisolti da più di un secolo, tanto che il Clay Mathematics Institute ha offerto un milione di dollari per la risoluzione di ognuno dei 7 quesiti. Per i più curiosi, gli altri 6 sono: P contro NP, Congettura di Hodge, Congettura di Poincaré (risolto), Teoria quantistica di Yang-Mills, Equazioni di Navier-Stokes, Congettura di Birch e Swinnerton-Dyer.
Tornando all’enigma di Riemann, questo riguarda la distribuzione dei numeri primi, cioè quei numeri interi maggiori di 1 divisibili per 1 e per sé stessi soltanto. Se, dunque, fosse dimostrata, i matematici sarebbero dotati di una sorta di mappa della distribuzione di tutti i numeri primi. Una svolta in molti campi teorici e applicativi, come per esempio la crittografia, i cui moderni algoritmi sono basati su chiavi di numeri primi abbastanza grandi da non essere calcolati in breve tempo, infatti riguarda la privacy di molte chat di servizi di messaggistica istantanea tra i più noti.
Il matematico Atiyah era già noto per aver vinto molti prestigiosi premi, paragonabili ad un Nobel, come, ad esempio, la Medaglia Fields ed il Premio Abel. Inoltre, è stato presidente della London Mathematical Society, della Royal Society e della Royal Society di Edimburgo. Come lui stesso afferma, questa dimostrazione gli sarebbe caduta tra le ginocchia, tanto che è risultata essere “banale”.
La comunità scientifica ha accolto non con poca diffidenza la proposta di risoluzione del britannico novantenne. Secondo l’opinione di Atiyah, sia perché è un quesito enigmatico irrisolto da generazioni e generazioni di scienziati, sia perché, in maniera molto fiscale, si tende a consegnare premi importanti entro i 40 anni.
Ad ogni modo, bisogna attendere che una commissione vagli il suo lavoro. Mentre noi speriamo con tutto il cuore non ci sia una smentita per il matematico in pensione desideroso di dimostrare a tutti che non bisogna mai porsi dei limiti, e che a 90 anni si può ancora essere lucidi come a 40.