I tifosi del Casoria possono esserne certi: se i giocatori avranno lo stesso entusiasmo palesato dal loro mister, la squadra saprà regalare tante soddisfazioni. Classe 1974, Sandro Marino ha alle spalle una carriera da calciatore tutta da raccontare. ”A 18 anni ero all’Afragolese, ho seguito mio fratello in Germania, dovevo fare un provino con l’Hoffenheim, mi sono invece ritrovato a giocare con il Makarau, una compagine dilettante con cui ho realizzato oltre 160 reti in 6 anni prima di tornare in Italia per questioni familiari”. Tornato in Italia, Marino ha continuato a calcare campi di calcio e a segnare grappoli di gol: Piscinola, Teverola, Mugnano, prima di un infortunio che a 33 anni ha stoppato la sua carriera: ”Non ho avuto la forza di riprendere, ho preferito la carriera da allenatore, iniziando dal ‘basso’, dai giovani.
Allenare non è semplice se non hai vissuto lo spogliatoio e se non conosci la didattica, lavorare con i più giovani ti forma”. Dopo l’esperienza con le scuole calcio, arriva la chiamata del Don Guanella; con la società di Scampia giungono due promozioni dalla Terza alla Prima Categoria. Due stagioni a Casavatore, quindi la scelta di Casoria “Sono un allenatore giovane ed ambizioso. Casoria è la piazza ideale per provare a spiccare il volo, qui c’è un progetto valido e per me la possibilità di mettermi in mostra. Ho conosciuto persone serie che fanno calcio in maniera estremamente professionale, meritano tanto e indipendentemente da quella che sarà la mia esperienza qui, a questi ragazzi faccio un grosso in bocca al lupo”.
Domanda d’obbligo ad inizio stagione, con il campionato ormai alle porte, è quella sugli obiettivi. Il mister non si nasconde, mostrando allo stesso tempo umiltà e determinazione “È stato allestito un gruppo importante, dipenderà anche dal girone che ci capiterà, di certo posso assicurare tutti i tifosi che ce la giocheremo. Gli obiettivi personali sono quelli della società: semplicemente fare bene”. Marino è un allenatore flessibile, che ama lavorare molto sulla mente dei ragazzi e sul gruppo: “L’allenatore deve saper gestire il gruppo, dev’essere un motivatore, deve capire come lavorare sulla mente di ogni singolo ragazzo, riuscendo poi a creare un gruppo affiatato che remi compatto verso la stessa direzione. Il singolo non vince, vince chi parte in 24 a settembre e arriva in 24 a giugno”.
Non è difficile immaginare a quale allenatore si ispiri: “Senza dubbio Mazzarri. Tra gli allenatori che ho avuto, invece, ho apprezzato Rosario Campana, un mister bravissimo a coinvolgere i suoi ragazzi e a farli sentir parte di un gruppo”. Pensi a Mazzarri e ti viene in mente il 3-5-2 e invece… “Mi piace fare un calcio propositivo, votato all’attacco. Parto dal 4-4-2, un modulo solo apparentemente semplice, ma che regala equilibrio e compattezza alla squadra sia in fase di non possesso che in fase di possesso, dove diventa, se hai due esterni forti, un dinamico 4-2-4. Non mi piace però essere integralista, prediligo elasticità e la capacità di cambiare l’assetto in funzione dell’avversario o dell’andamento del match”.
Dal campo passiamo alla città, al rapporto con la tifoseria: “Il supporto sarà importante, soprattutto in trasferta, se dovessimo finire nel girone casertano. Io però mi devo occupare della squadra, di creare un gruppo per raggiungere i nostri obiettivi”. Prima di congedare Sandro Marino, gli chiediamo un parere sulle polemiche che accompagnano la società sin dalla sua nascita a luglio: “Ho parlato con il gruppo; lavoriamo sereni, a noi interessa il fattore campo, abbiamo avuto le giuste garanzie dalla società”. Polemiche che evidenziano le difficoltà di una città, quale è Casoria, a sentirsi ‘comunità’, può il calcio aiutare questo processo? “Per esperienza personale, in particolare quella con l’Oratorio Don Guanella, direi di sì. Un quartiere si è stretto attorno alla propria squadra di calcio, uno sport che può coinvolgere e può fare da collante per tanti giovani”. E se lo dice chi ha giocato nella terra dei campioni del Mondo: “Come organizzazione la Germania è un altro mondo”, c’è da credergli!