I primi risultati che emergono dalla “notte prima del ruolo”, non sono confortanti.
I docenti che l’altra notte si sono collegati al sito del Miur e che hanno ricevuto la mail relativa alla sede assegnata per il ruolo sono stati all’incirca 7000, poco meno della metà dei docenti coinvolti nelle varie fasi principali del piano assunzioni.
La mattina dopo la ” notte del ruolo”, tutti i docenti aspiranti avevano gli occhi assonnati e smarriti e facevano la fila fuori ai diversi Uffici Scolastici per chiedere delucidazioni sulla propria situazione. Un’aspirante docente racconta di aver avuto l’incarico alla scuola primaria verso la fine di agosto e che qualche sera fa ha ricevuto il ruolo nella scuola dell’infanzia nella città di Roma. Recatasi presso gli uffici scolastici si è sentita rispondere, in maniera sarcastica, che per la sua situazione la normativa non fornisce chiarimenti, e che deve reputarsi fortunata se ha ottenuto il ruolo.
Molti hanno avuto sedi lontane dalla propria abitazione almeno 400/500 km.
Da taluni Docenti napoletani, si sono sentite menzionare, come sedi del ruolo, città come Genova, Trieste, Verona. L’algoritmo a cui è stato affidata la sorte di molti Docenti, la roulette a cui è stata consegnata la vita di molti Professori, fa credere che il Governo abbia messo in atto un piano assunzioni senza pensare alle conseguenze. Supplenze ed incarichi che si intrecciano ad assegnazioni di ruolo indiscriminate. Giovani diplomati che insegneranno vicino casa e pluri-laureati, con più di venti anni di precariato, costretti ad un trasferimento oltre misura.
Esodo di massa, migrazione indiscriminata, tutto eseguito come in gran fretta, senza criteri univoci, non fanno altro che creare confusione mentale, indecisione, insicurezza nella vita di ciascun docente, ma crea anche caos nelle scuole; perché fino all’ 11 settembre (data ultima per accettare o rifiutare l’immissione in ruolo) i Dirigenti non possono fare affidamento su quel determinato docente e considerarlo a tutti gli effetti un docente in organico.
Si avverte l’impressione che le vite di questi docenti siano state concepite come le carte da gioco: qualcuno le ha distribuite a casaccio, la fortuna ci ha messo il suo zampino, qualcun altro le ha raccolte per giocarci, ma il gioco si è fatto difficile; e si sa: chi gioca in maniera indiscriminata finisce per perdere tutte le carte del mazzo. Docenti non perdetevi, rimettevi in gioco…anche se il prezzo da pagare è alto, troppo alto!