Nelle sue nuove vesti, la Scuola della riforma sottolinea l’importanza della “Certificazione delle competenze” e pone massima attenzione sugli esiti dell’azione di monitoraggio dei nuovi modelli nazionali di certificazione adottati dalle scuole.
La Circolare Ministeriale n. 3 del 2015 intende vestire di senso l’informazione scolastica ed i contenuti disciplinari, traendo compiutezza dagli storici documenti europei di Delors e Cresson degli anni novanta e dalle “competenze chiave” pronunciate dalla Unione Europea nel 2006, arrivando a chiarire profusamente il concetto di competenza ed intrecciandolo con la trasparenza e l’attendibilità della ‘Certificazione’.
Usando le parole della dott.ssa Franca Da Re, Direttore tecnico dell’USR Veneto, intervenuta al Convegno tenutosi presso Città della Scienza di Napoli, ci si chiede (metaforicamente) :“cosa rimane nello zaino dei ragazzi” che concludono il loro percorso di studi, in un siffatto periodo di evoluzione del mondo scuola e del mercato del lavoro?
Fornire ai discenti informazioni, contenuti, conoscenze ed abilità senza che esse possano essere compiutamente ed opportunamente messe in atto, provate, sperimentate, è alquanto inutile: è come avere un frigo pieno di cibo e non saperlo cucinare o non avere gli strumenti per farlo. Dunque, non basta la lezione frontale, anzi essa deve essere soppiantata per dare trasversalità alla parola, ai numeri ed al disegno, senza limiti imposti dai libri, dai sussidiari, dai banchi, dalle discipline. Occorre costruire un curricolo che vive di esperienze, di azioni, di costruzione della propria identità attraverso la parola che rende esternabile ogni vissuto, ogni conoscenza, ci pone in socialità con gli altri, ci consente di rafforzare i contenuti, di trasmetterli, di condividerli; si alimenta anche di numeri, quei numeri che ci relazionano col mondo, ci quantizzano la vita, ce la incorniciano nello svolgimento di tante cose pratiche ed utili; oppure attraverso il disegno che fa esplodere la comprensione, dà immagine e compiutezza al sapere, alimenta la creatività. Bisogna partire dal libro, per andare oltre il libro; procedere per conoscenze ed abilità ed andare oltre, ovvero ben oltre una acquisizione di cose; occorre “agire le cose”, metterle in atto, sperimentarsi, mettersi alla prova, elaborare le proprie conoscenze ed applicarle al caso concreto. L’impegno è quello di farlo ogni giorno, ogni momento, perché tutti i momenti sono giusti, sia nel curricolare sia nell’extra curricolare; perché occorre che gli alunni prendano consapevolezza delle proprie competenze attraverso una didattica autentica; perché avere consapevolezza oggi, significa divenire uomini responsabili ed autonomi domani, con una identità forte e con qualifiche spendibili nel mercato del lavoro