Esodo di massa forzato della classe docente a dispetto di qualunque situazione familiare e al di fuori di qualunque criterio sano, equilibrato e coscienzioso nella mobilità: questo è il disagio che moltissimi docenti stanno palesando in questi giorni e che ha portato molti a protestare a Napoli fuori l’Ufficio Scolastico Regionale. Chiedono la possibilità di riscattare la loro posizione mediante un allargamento dei posti assegnabili con le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Chiedono di produrre documentazione attestante le loro necessità di vita (familiari con handicap o situazioni particolari) chiedono comprensione per le loro vicende umane, chiedono soprattutto un sistema equo di ripartizione dei posti. Alcuni docenti raccontano di avere un punteggio superiore rispetto ad amici docenti, ma che rispetto a loro non hanno potuto avere una sede vicina. Centinaia di chilometri dovranno percorrere questi docenti in assegnazione su sede definitiva, dove dovranno obbligatoriamente stazionare per almeno tre anni. Altri docenti ci raccontano di aver saputo di disponibilità di posti nelle sedi provvisorie in cui hanno lavorato nel precedente anno scolastico, posti che sono rimasti scoperti e non sono rientrati nella mobilità appena conclusasi. Saranno, dunque, posti ricoperti con incarichi annuali o supplenze. Ed allora perché spedire lontanissimo docenti che per continuità e viciniorietá potevano continuare il loro lavoro nella sede precedente? La risposta è nel sistema elaborato con un algoritmo…la vita di tante persone affidata ad un sistema freddo e sterile che non può assolutamente discernere necessità e valutare criteri e priorità. Non si può giocare così con le vite professionali. Considerato, poi, lo stipendio esiguo dato ai docenti, tra affitto di una nuova abitazione, sostentamento e spese di viaggio per raggiungere i familiari, rimarranno degli spiccioli…e questo per un triennio. Un sistema studiato per indurre a rinunciare? Ed invece, i docenti combattono, protestano, alzano la voce; addirittura fino a sentirsi male ( una ambulanza é intervenuta per soccorrere un docente che si è sentito male durante la protesta). Occorre che i sindacati intervengano, che il governo prenda atto degli errori compiuti, ma soprattutto che si adoperi la vita degli altri con coscienza e non con distaccato cinismo e insana superficialità.