La competizione sulle ferie sembra essere diventata un passatempo gradito come il pokemon go o blossom blast, ovvero come i giochi per smartphone. Molte persone stanno sempre lì a pendere dall’idea e dall’immagine che i docenti facciano ferie lunghe e che tutti gli altri, miserissimi, fanno a stento due settimane di vacanze estive. A parte il discutibile nascondere agli altri i giorni effettivi di ferie che talune persone fanno per recitare il ruolo dell’oppresso e schiacciato dal lavoro come nessuno, c’è da sottolineare che sulle ferie dei docenti c’è una quanto mai superata concezione di estrema lungaggine.
Le attività didattiche, cioè le lezioni ordinarie a scuola con gli alunni si concludono entro la prima decade di giugno. Dopodiché c’è una sfilza di adempimenti che non possono essere declinati, rimandati o arrangiati. Scelta dei libri di testo, valutazioni finali e valutazioni delle competenze con la compilazione delle relative certificazioni, ordine del materiale per l’anno scolastico successivo, formazione delle classi, inventari del materiale e sgombero delle aule, collegi dei docenti per le decisioni afferenti l’anno successivo, consiglio di istituto per la delibera di diverse necessità, rapporto di autovalutazione, proiezioni di miglioramento, sono solo alcune delle incombenze dei docenti, se non si considerano i molti impegnati negli esami, le prove invalsi, le certificazioni europee , ecc. Tralasciando i molti impegni, che molti riducono nella affermazione ” i docenti mettono la firma, bevono il caffè e vanno a casa”, beh c’è da precisare che per quanto riguarda le ferie estive occorre chiedersi: come sostenere e trattenere una scolaresca a studiare quando fa tanto caldo da sciogliere le funzioni celebrali? Negli uffici ci sono i condizionatori, i distributori di bibite e le finestre si possono aprire. Nelle scuole, invece, i condizionatori sono solo negli uffici della Dirigenza, perché i costi di energia elettrica per l’intero istituto sarebbero troppo alti.
I distributori di bibite, nella maggior parte delle scuole, non ci sono a causa del vandalismo a cui sono soggette certe realtà scolastiche. E che dire delle finestre: se si aprono, si aprono solo parzialmente per questioni di sicurezza; oppure ci sono immense vetrate su cui batte un sole africano. Le tapparelle per proteggersi dal sole? Un sogno! Insomma, se avete dimenticato i tempi in cui sedavate tra i banchi, vi posso assicurare che dopo un po’ l’effetto serra fa spuntare i germogli al cervello. Le fiere estive dei docenti sono fortemente contenute e ci sono anche una folta schiera di Professori che lavorano incessantemente anche d’estate, per essere pronti ad affrontare un altro anno scolastico con classi formate, con docenti assegnati alle rispettive classi senza mancanze di risorse umane e materiali. Perché non si può accogliere una scolaresca con un docente precario o alunni disabili senza assistenza materiale e, inoltre, creare l’ambiente di apprendimento più adatto per i diversamente abili senza l’ insegnante di sostegno. Perché occorre che sia tutto pronto, nulla lasciato al caso; e con la scuola rivoluzionata e rivoluzionaria che negli ultimi tempi si sta vivendo, non si può credere che sia tutto fermo a trent’anni fa: le Fiat uno con le valigie sul portabagagli pronte a partire per la Calabria per tre mesi, non appena si chiudono i cancelli della scuola dietro gli studenti, non ci sono più. Svegliatevi! L’Italia e la vita sono cambiate, da un pezzo.