Durante le festività natalizie, tra un panettone ed un pandoro, tra un brindisi ed un augurio, ci sono state sui social, riportate poi da alcune testate giornalistiche, polemiche sui docenti e le loro vacanze invernali. Quindici giorni di sospensione delle attività didattiche per vedere e sentire, come sempre, contestare la Categoria dei Docenti ed i loro presunti privilegi. La ragione della sospensione delle attività didattiche per il periodo delle festività natalizie, trova la sua ragione d’essere non solo e non tanto nella necessità pedagogica di consentire agli alunni di recuperare il proprio ‘confort mentale’ per un migliore e più proficuo profitto scolastico, ma anche e soprattutto per mantenere forte la coesione religiosa e umana legata alla natività di Gesù e alla Epifania, come manifestazione della divinità in forma visibile. In questo quadro si innesta la necessità di consentire ai Docenti quel recupero psico- fisico correlato all’impegno mentale, molte volte anche fisico, di gestire una classe e nel contempo, istruirla, educarla, formarla oltre a tutti gli oneri burocratici e ministeriali obbligatori. Chi è entrato in una classe ad insegnare sa bene a cosa ci si riferisce. La responsabilità di lavorare con le menti umane e le necessità individuali degli alunni rendono il lavoro dei docenti davvero gravoso e oneroso. Fermarsi al conteggio dei giorni di ferie è riduttivo ed umiliante per una categoria che si impegna ogni giorno tra mille difficoltà a realizzare il futuro della nostra gioventù. Si potrebbe contestare alle altre categorie di lavoratori di perdere il loro tempo tra un coffee break, un briefing, una conferenza, un convegno, un pranzo di lavoro o cena di lavoro, di perdere tempo a spese di grandi aziende e multinazionali il cui motto é ‘ tutto spesato ‘. Si potrebbe contestare, altresì, la libertà di parcheggiare pratiche, fascicoli, documenti su di una scrivania, anche per giorni, purché sbrigate per la loro ultima scadenza. Gli alunni non potete parcheggiarli in un cassetto o su di uno scaffale in attesa, sono menti che brulicano e che esigono attenzione, dedizione e istruzione. Cercare di denigrare una categoria con inutili discorsi sulle vacanze, palesa solo quanto il mondo si fermi alle apparenze, quanto sia incline alla critica distruttiva e quanto poco conosca la realtà che si vive oggi nelle scuole; ben diversa da qualche anno fa; molto lontana dai tempi del non far nulla; grandemente stressata oggi da un sistema scuola tecnico- burocratico e metodologico /didattico altamente esigente e professionalizzante. Oltre ai chili di troppo accumulati durante le feste, bisogna smaltire anche un po’ di insana e improduttiva opinione negativa nei confronti dei docenti e della scuola. Solo così potremo avere giovani da arruolare in un futuro coerente e dinamico, al passo coi tempi; un futuro che cambia così come è cambiata la Scuola.