I telefonini stanno uccidendo la Scuola, o meglio stanno logorando i rapporti tra famiglie e docenti come se ci fosse una guerra da disputare a suon di malefatte riprese con i cellulari e condivise, poi, su faceboook o gruppi di whatsApp .
Le ‘mamme detective’ che si appostano per riprendere le docenti nei momenti più disparati: una docente mentre era alla finestra a guardar fuori per chissà quale motivo viene fotografata da una mamma e poi la foto viene condivisa su whatsApp, accompagnata da frasi sarcastiche. Le ‘Docenti esasperate’ riprendono i propri alunni in classe durante i momenti di confusione e/ o maleducazione per mostrare le ‘prove’ del clima, a volte frustrante, che si crea in classe. In questi giorni si sta verificando anche l’ incauta iniziativa di taluni alunni che hanno fotografato e fatto video ai loro docenti. Un docente, in particolare, ha poi sequestrato i cellulari degli alunni che lo riprendevano, perché stavano facendo un video di ciò che accadeva in classe. Ora gli avvocati del professore e quelli dei genitori degli alunni si sfidano a suon di privacy violate e violenze psicologiche perpetuate.
E che dire poi della febbrile influenza dei media sulla violenza nelle scuole sui minori? Laddove al telegiornale si parla di casi di alunni maltrattati, i docenti diventano tutti pseudocriminali da controllare con telecamere, pedinare all’uscita di scuola e fotografare in giro al supermercato, se è lì nelle ore che si presumono di attività scolastica. (Ma Magari è lì perché ha un orario ridotto , ovvero una cattedra di 12 ore anziché 18, oppure un permesso di uscita per assistenza disabili, per allattamento, per studio, un’ora di recupero, un ora di spacco e così via).
Si è persa, purtroppo, la stima ed il rispetto per la categoria dei Docenti ed i Docenti hanno preso le distanze da quello che è il nucleo vitale per ciascun essere umano: la famiglia. Un tempo, se lo scolaro riportava pessimi voti, o se il suo comportamento a scuola era contestabile al punto di convocare i genitori a scuola, gli stessi genitori, in sinergia con le Docenti, mettevano in atto correttivi educativi volti alla crescita matura dei giovani. Oggi, invece, se un Docente rimprovera un discente, i genitori, per qualsivoglia motivo, tendono alla difesa del proprio figlio, considerando spropositato ed ingiusto qualsiasi intervento dei Docenti e della scuola tutta.
I genitori non si fidano più dei Docenti e questi a loro volta non si sentono capiti né dalle istituzioni né dalle famiglie.
Colmare questo gap sembra difficile; è come se fosse stato alzato un muro di scetticismo tra famiglie e docenti ed i ragazzi, nutriti di questo clima ostile, adottano atteggiamenti da bulli nei confronti dei loro docenti. Come abbattere questo muro? Con il più semplice dei sentimenti: la fiducia; perché si fa ‘scuola’ solo se il clima è sereno, improntato sul confronto, sulla collaborazione, se non ci sono scetticismo e sfiducia. L’impegno deve essere quello di tutti – genitori, docenti ed alunni – per impedire che i telefonini si frappongano tra l’educare e l’educere, tra il formare e l’istruire, tra l’accudire e l’insegnare, anche perché quello che può sembrare molte volte non è, e quello che è non si lascia sempre scoprire. I telefonini che si pensa di utilizzare per difendersi o difendere una situazione, in realtà ledono fiducia, privacy ( violazione punibile penalmente) e soprattutto cancellano il buon senso.