Il Ministro dell’istruzione, il Comitato Tecnico Scientifico e gli esperti del settore scolastico ci rassicurano sull’apertura in sicurezza delle Scuole italiane. Piovono informazioni da più parti sulla scuola che riapre i battenti e si parla di garantita tutela della salute degli alunni, degli studenti, dei docenti e del personale tutto. Vogliamo tutti che sia così, perché tornare a scuola per uno studente come per un docente significa riappropriarsi di una identità, di uno scopo e dare nel contempo forza e speranza al Paese intero.
Abbiamo assistito però ad indecisioni ministeriali, a retrocessioni e avanzamenti continui tra pareri del Cts, proposte dei sindacati di settore ed evoluzione dei contagi da Covid 19. Si è detto tanto, a volte troppo; ma a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico le titubanze non mancano e le risposte insufficienti si intrecciano all’aumento dei contagiati di rientro dalle ferie estive. L’impegno di quanti negli ultimi mesi tra dirigenti scolastici e assessori alla pubblica istruzione – concretizzato a più riprese rinunziando alle ferie e seguendo il tira e molla di proposte, ordinanze, verbali e decreti – dovrebbe poter dare la certezza che le scuole riapriranno in totale sicurezza.
Eppure c’è smarrimento, c’è insicurezza, le decisioni prese vengono revocate o rettificate, in una estenuante fluttuazione di comunicati ed ordinanze. La scuola aprirà e funzionerà davvero in sicurezza visto che le dotazioni di mascherine e gel basteranno solo per pochi giorni? E ci sarà sicurezza ogni giorno, dai corridoi, alle aule ed ai bagni, in una incessante tutela dell’altro, senza il necessario personale scolastico? Saranno capaci gli alunni di accettare le nuove regole di frazionamento del gruppo classe e di distanziamento?
I docenti faticheranno non poco a farle comprendere ed accettare. E’certo, comunque , che sarà complesso controllare ogni cosa se non ci sarà la consapevolezza di tutti, grandi e piccini ; ma soprattutto sarà difficile perché poco o nulla è pronto per la ripresa.
Si contano le aule ed i docenti mancanti; si fanno i conti con i difettivi interventi edilizi; si constata che poco è stato fatto in gran parte delle scuole in termini di adeguamento degli spazi e di dotazione del materiale.
Intanto la scuola, mentre arranca per la ripresa, si sta preparando a cambiare nuovamente il suo volto:
non si potrà cantare e né utilizzare uno strumento musicale; non ci si potrà alzare dal banco troppo spesso; non si faranno più progetti per gruppi di livello, lavori di gruppo e di interclasse; non si faranno più uscite didattiche.
Si lavorerà e si studierà sempre con gli stessi compagni per arginare i contagi.
Meno che mai baci e abbracci.
Non ci sarà lo scambio di oggetti : penne, matite, libri. I docenti ritireranno eventuale materiale indossando guanti di lattice e metteranno gli oggetti in ‘isolamento ‘ per 48 h prima di utilizzarli.
Non ci si potrà avvicinare alla cattedra se la docente non indossa la mascherina, perché occorrerà rispettare la distanza di due metri.
Tutto quello che era condivisione, collaborazione e cooperazione dovrà lasciare il posto a distanziamento e scaglionamento: in ingresso e in uscita, nei bagni come nei giorni di lezione. E se ci si contagia? Quarantena, Smart working e didattica digitale integrata (Ddi) calibrate alla diffusione del virus.
La libertà di azione sperimentata in vacanza, l’incapacità di rispettare le semplici regole di distanziamento e mascherina operate nei luoghi di villeggiatura, inducano tutti alla presa di cognizione che per riaprire in sicurezza non basta l’operosità e l’impegno dei dirigenti e dei docenti, ci voleva e ci vuole una attenta e scrupolosa pianificazione ed una attenta organizzazione, oltre che la collaborazione di tutti. Sperando che la Scuola torni ad essere quel bellissimo connubio di voci, suoni, canti, incontri e significative esperienze, c’è da augurarsi ed augurare che sia un buon anno scolastico per tutti!