La dinamica politica, in queste settimane che precedono il referendum, si sta evolvendo assai rapidamente, visto che, comunque andrà l’esito della consultazione referendaria del prossimo 4 dicembre, si andrà al voto al massimo fra un anno.
All’interno del Centrodestra, in particolare, è in atto un regolamento di conti molto evidente fra le due anime, quella centrista e quella leghista, che si contendono la leadership dopo l’uscita di scena del Cavaliere.
È evidente che, nel corso dell’ultimo ventennio, la presenza di Berlusconi è stata molto utile per quell’area politica, in quanto ha impedito che la Lega potesse, anche solo, aspirare ad avere il primato.
Oggi, invece, le cose sono ben diverse, dal momento che la differenza elettorale fra i moderati ed i leghisti consente a questi ultimi di poter richiedere la guida della coalizione.
Salvini, allora, Presidente del Consiglio?
È questa un’ipotesi, al momento, non peregrina, in particolar modo se il voto leghista dovesse mostrarsi utile nella vittoria del NO nella disputa referendaria del prossimo mese di dicembre.
Ma, i moderati del Centrodestra accetteranno di buon grado una leadership leghista?
All’interno di Forza Italia, non si intravede – al momento – una diversa candidatura credibile, visto che né Parisi, né Fitto possono competere con il Segretario Nazionale della Lega.
È, allora, molto probabile che il dopo-Berlusconi possa inaugurarsi con una figura differente, in grado di rappresentare una valida alternativa a Salvini.
Chi può essere questa personalità?
Un altro imprenditore?
Un boiardo di Stato?
Un’espressione della società civile, di cui si ignora l’identità?
Certo è che, dopo aver visto Renzi operare a Palazzo Chigi, manca – per davvero – all’Italia solo il Governo di Salvini: sarebbe uno scenario sconfortante sia per il Sud, che per l’intero Paese, consegnato ad un demagogo tanto pericoloso, quanto inesperto con le problematiche che indurrebbe la guida dell’Esecutivo.
Frattanto, non si può non rimanere in attesa dei dati referendari: un eventuale successo del NO, soprattutto nelle regioni leghiste, non può che essere un eccellente viatico per Salvini, tanto più visto il nuovo insediamento elettorale della Lega, che prende consensi, anche, al di fuori della Pianura Padana.
In attesa del 4 dicembre, quindi non ci resta che assistere ad una dinamica, che comunque sconvolgerà l’assetto politico attuale ed aprirà le porte, in forma compiuta, alla nascita della Terza Repubblica.