di Alessandro D’Orazio
Proseguono incessanti gli scontri tra le forze governative e i ribelli nel corso di una guerra civile, quella siriana, che è entrata oramai nel nono anno di conflitto. “Save the Children” – l’organizzazione internazionale che lotta per migliorare la vita dei bambini – ha recentemente fatto riferimento ad una vera e propria catastrofe umanitaria imperversante a Idlib; località dove le rigide temperature invernali stanno aggravando le condizioni dei bambini e delle famiglie costrette a fuggire dalle loro case.
L’escalation del conflitto ha provocato la fuga di almeno 290mila infanti a causa delle violenze in atto. Sono state chiuse inoltre 278 scuole nella sola città di Idlib e nelle campagne, lasciando 160mila studenti senza la possibilità di ricevere istruzione. Secondo l’Onu, ammonterebbero a 800mila le persone in fuga ed in condizioni umanitarie disperate, strette nella morsa del gelo e, in molti casi, senza la possibilità di ricorrere all’acqua potabile o ad un rifugio dove ripararsi.
Nel frattempo le forze governative siriane sostenute da quelle russe sono avanzate di recente in alcuni distretti a sud-ovest di Aleppo, arrivando a pochi chilometri da Atareb, città strategica vicina alla metropoli siriana. Lo riferiscono fonti sul campo, precisando che le truppe di Damasco hanno sfruttato la copertura dei raid aerei russi e governativi e sono penetrate fino a prendere il controllo di Uram Saghira, Rif Muhandisin e la Base 46, da più di otto anni in mano a gruppi armati anti-regime.
Inoltre un elicottero militare governativo siriano è stato abbattuto pochi giorni fa dall’esercito turco, causando la morte dei due membri dell’equipaggio nel nord-ovest della Siria nella regione di Aleppo. Lo comunica l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui il velivolo è precipitato nella zona di Qabtan al Jabal. Si tratta del secondo episodio del genere in soli tre giorni.
Mentre proseguono incessanti le trattative per il difficile ristabilimento della pace, quattro pasdaran iraniani sono morti in seguito ad un raid attribuito a Israele e che ha colpito la zona dell’aeroporto di Damasco; tutto ciò a testimonianza del fatto che sono numerosissimi gli attori internazionali coinvolti direttamente o indirettamente negli scontri. E fino a quando ciascuna delle potenze implicate nel conflitto (Russia e Turchia in primis) non si impegnerà ad addivenire ad un accordo, la guerra civile siriana sembra essere destinata a non avere una conclusione.