di Christian Sanna
All’uomo non è dato conoscere il proprio destino; nell’antichità la concezione della vita consisteva nel riconoscere limiti, confini oltre i quali non ci si poteva spingere. Questa soglia era rappresentata dal destino. Nella mitologia greca le Tre Moire, tessitrici della vita, decidevano al momento della nascita il destino di ogni nascituro. Cloto la più giovane filava lo stame, Lachesi girava il fuso e decideva la quantità della vita ed il destino mentre Atropo, la più vecchia, con le precise cesoie spezzava il filo decidendo il momento della morte.
A volte il ritardo di un treno, un’ occasione persa, una moneta che cade per terra, un incidente di percorso, cambia il destino di una persona e dal quel momento quella persona non farà più le stesse cose che faceva prima e la sua vita prende una strada diversa, inaspettata. Nel luglio del 1963 Gino Paoli, già autore di capolavori indimenticabili quali il Cielo in una stanza e Sapore di Sale, tentò di suicidarsi sparandosi un colpo di pistola al cuore. La pallottola si fermò a pochi millimetri dal cuore senza intaccare gli organi vitali, ma fu impossibile intervenire chirurgicamente. In un’intervista al Corriere della Sera raccontò quel tentativo di suicidio Ogni suicidio è diverso, e privato. È l’unico modo per scegliere: perché le cose cruciali della vita, l’amore e la morte, non si scelgono; tu non scegli di nascere, né di amare, né di morire. Il suicidio è l’unico, arrogante modo dato all’uomo per decidere di sé. Ma io sono la dimostrazione che neppure così si riesce a decidere davvero.
Per Albert Einstein Tutto è determinato da forze sulle quali non abbiamo alcun controllo. Vale per l’insetto come per gli astri. Esseri umani, vegetali o polvere cosmica, tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un pifferaio invisibile. Per Omero ed Esiodo Ananke è la dea del destino, della necessità e del fato ed appare come la forza che regola tutte le cose, mentre noi comuni mortali per giustificare una piega presa nella vita diciamo: era destino.
In amore, come scrive Stefano Benni Se è scritto che due pesci nel mare debbano incontrarsi, non servirà al mare essere cento volte più grande. Il destino è qualcosa di irrevocabilmente deciso o comunque stabilito da una Volontà superiore ed ogni individuo al mondo è lotteria. Nella letteratura e nel teatro spesso il protagonista, per quanto si sforzi, non riesce a ribellarsi al proprio destino e nonostante ci provi in tutti i modi i suoi tentativi sono destinati a fallire poichè non riesce a sfuggire ad un destino già fissato.
Secondo Paulo Coelho Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prim’ancora che i corpi si vedano. Insomma, siamo presi dentro la rete del nostro destino, non sappiamo come andrà a finire e ci illudiamo che le nostre decisioni ed azioni possano cambiare qualcosa di già stabilito ed apparecchiato dai capricci del cielo. Forse con i nostri comportamenti e le nostre scelte acceleriamo o rallentiamo verso qualcosa che comunque prima o dopo avverrà per noi, perchè destinata. A Fernando Pessoa il sigillo in poesia:
Ognuno compie il destino che gli spetta,
e desidera il destino che vuole;
non compie quel che vuole,
né vuole quel che compie.
Come sassi sul bordo dell’aiuole
il Fato ci dispone, e lì restiamo;
che la sorte ci ha posto
dove dobbiamo stare.
Di quanto ci compete, non abbiamo
migliore conoscenza di quel che è dato.
Compiamo quel che siamo.
Altro non ci è donato.