di Alessandro D’Orazio
Se in questi anni uno degli ostacoli alla diffusione dello smart working è stata l’inadeguatezza delle dotazioni tecnologiche, la soluzione in questo periodo di pandemia è venuta dagli stessi lavoratori dipendenti: il 68,2% del personale ha utilizzato infatti il proprio PC, il 77,1% il proprio telefono cellulare, il 95% la connessione internet domestica.
Inoltre i benefici del lavoro da casa sono stati percepiti anche nella gestione dei compiti assegnati: il 69,5% degli intervistati ha affermato che organizza meglio il lavoro, il 45,7% che ha più tempo per sé e la famiglia e il 34,9% che lavora in un clima di maggiore responsabilizzazione, evidenziando un netto miglioramento dell’efficacia lavorativa.
Prima dell’emergenza epidemiologica lo smart working era scarsamente praticato nella Pubblica Amministrazione con solo l’8,6% delle istituzioni per le quali era un’esperienza diffusa. Lo studio condotto ha evidenziato che “il bilancio dello smart working forzato è assolutamente positivo: l’88% dei dipendenti giudica l’esperienza di successo e il 61,1% ritiene che questa nuova cultura, basata sulla flessibilità e sulla cooperazione all’interno degli enti, fra gli enti e nei rapporti con i cittadini e le imprese, prevarrà anche una volta finita l’emergenza”.
In 7 casi su 10 è stata assicurata totale continuità al lavoro, per il 41,3% dei lavoratori l’efficacia è persino migliorata (per un altro 40,9% è rimasta analoga). Per oltre il 50% la relazione con i colleghi è invariata, per il 20% addirittura migliorata. E se – come ha sottolineato la Ministra della PA Fabiana Dadone – una volta tornati alla normalità almeno il 40% dei dipendenti pubblici dovrà adottare una modalità di lavoro agile, questi si dicono pronti: il 93,6% vorrebbe continuare così. Ma per la maggior parte (il 66%) il lavoro da casa deve essere integrato con dei rientri in ufficio organizzati e funzionali. Insomma, tirando le somme, questo nuovo genere di esperienza ha rappresentato un’opportunità positiva sia per i dipendenti che per le amministrazioni, dando un grande impulso alla digitalizzazione, all’aggiornamento professionale e al rinnovamento dell’intero apparato statale.