Articolo a cura di Maura Messina
Durante l’emergenza abbiamo provato a raccontare storie di solidarietà napoletana, tentando di offrire una narrazione positiva nonostante la difficoltà del momento.
Non abbiamo smesso di guardarci intorno e ci siamo imbattuti in uno scugnizzo partenopeo ormai cresciuto. La sua passione sono le pizze napoletane: stiamo parlando di Ciro Pellecchia della Pizzeria e ristorante Antico Borgo ai Vergini.
Ciro è conosciuto nel Borgo dei Vergini per il suo gran cuore e per l’amore con il quale svolge il suo lavoro. Per la stazza è stato soprannominato il “lottatore di Sumo Napoletano”. “Lui, la pizza, non la ammacca. Lui, sotto il peso delle sue possenti mani, la pizza la sfinisce, la domina, la vince sul marmo del banco cosparso di farina e trasformato in sacro Dohyō.” scrisse di lui il giornalista Francesco Andoli.
Come in tanti, anche Ciro, durante l’emergenza, ha dovuto chiudere l’attività, ma questo non ha fermato la sua voglia di fare e di volersi rendere utile per la comunità.
Lo abbiamo incontrato perché vogliamo che sia lui a raccontarci com’è andata.
Ciro abbiamo saputo che non sei proprio riuscito a rimanere con le mani in mano, cosa è successo durante il periodo di chiusura?
Già dai primi giorni dell’emergenza mi sono reso conto che molte famiglie si stavano trovando in difficoltà… in tanti, in pochi giorni, avevano finito quel poco che avevano messo da parte e mi sono chiesto cosa potessi fare concretamente per essere d’aiuto. Ho iniziato mettendo un post su Facebook invitando, chi ne avesse avuto bisogno, a mettersi in contatto con me. Il primo piccolo passo è stato consegnare delle spese alimentari, poi man mano mi sono venute altre idee.
Abbiamo letto dell’iniziativa #sospizza, puoi raccontarcela?
Ah sì, quella mi è venuta in mente in un secondo momento. In tanti scrivevano che gli mancava la pizza e così ho pensato di preparare ogni giorno impasti per pizze, e nel periodo pasquale anche impasti per tortani, e li ho offerti gratuitamente alle persone del quartiere. Un gesto semplice per far sentire la mia vicinanza ai napoletani. Dopo la riapertura ho potuto consegnare direttamente le pizze. Ho visto occhi sorridere sulle mascherine al momento della consegna: non li dimenticherò mai.
A proposito di pizza, c’è stata una terza iniziativa che ti ha visto rispondere attivamente ad un appello di solidarietà della Fondazione di comunità San Gennaro onlus.
Ho ricevuto una chiamata della Fondazione di comunità San Gennaro onlus, alla quale devo dire hanno risposto altre 8 pizzerie e i commercianti del quartiere. La richiesta è stata di mettere a disposizione dei ticket gratuiti dedicati alle famiglie più bisognose della Sanità. Ad ogni ticket corrisponde una pizza e un incaricato dell’associazione si è occupato totalmente della gestione per garantire l’anonimato di chi riceveva il gustoso omaggio. Il motto è “nessuno si salva da solo”. Il fine nobile del progetto è sostenere i soggetti più deboli della comunità per i prossimi sei mesi con l’approvvigionamento alimentare attraverso una apposita card. Non potevamo che sostenere questa iniziativa.
Abbiamo letto di un messaggio che ti è arrivato sui canali social da parte di alcuni operatori sanitari del CTO, pare che la tua solidarietà sia giunta anche a medici e infermieri.
Ho inviato delle pizze omaggio ai sanitari impegnati nel turno di notte per dimostrargli la gratitudine per il lavoro delicato che svolgono… Ricevere il loro messaggio così affettuoso mi ha commosso.
Questa è la Napoli che vogliamo raccontare, quella che nonostante la difficoltà non si chiude a riccio, ma condivide ciò che ha con tutti. La solidarietà è un valore che passa, in questo caso, attraverso il gusto della pizza napoletana. In fondo la pizza è sempre stata, per antonomasia, il simbolo della condivisione.