di Christian Sanna
Le fresie profumano più delle rose ed hanno probabilmente un profumo più buono, però la letteratura e l’arte, la pubblicità ed il luogo comune snobbano le fresie ed esaltano le rose. E poco importa se alla fresia, che ha un profumo soave, vengono attribuiti “poteri magici” e proprietà energetiche.
Questo fiore simboleggia l’amore platonico e la vera amicizia, mentre un tempo rappresentava la nostalgia che è il desiderio del ritorno. Potessi tornare indietro andrei al mercato del fiori e comprerei tutte le fresie invendute, perchè ad impazzire per le rose ed i girasoli, i tulipani e le orchidee sono capaci tutti. E mentre la maggioranza esalta cose e concetti, personaggi e fatti già troppo sponsorizzati, la mia missione è guardare oltre la siepe, portare alla luce la Bellezza nascosta. Non è improbabile che ci sia in ognuno di noi un’Atlantide che aspetta solo di essere scoperta, rintracciata; una città sommersa a cui rivolgiamo sogni e speranze, voglia di leggenda e mistero.
A volte le cose più belle sono gemme sconociute; i romanzi più avvincenti sono rimasti nel cassetto, complici un’atavica ritrosia a proporsi o una scarsa fiducia nei propri mezzi, la mancanza di fortuna o di un’amicizia importante (che spinga), l’attitudine a considerare successo il fallimento o semplicemente un disinteresse verso fama, attestati, riconoscimenti. Del resto, meglio essere chiari: chi è ed è consapevole di essere non ha bisogno di riconoscimenti che certifichino questa convinzione. Ostentare un bene o una ipotetica qualità non rende quell’essere vivente più intelligente e furbo, ma ne accentua insicurezze e fragilità; ad uno sguardo attento certe cose non sfuggono. Nella pittura le sfumature sono tutto!
Nella vita contano i dettagli; stare al mondo da uomini (e da donne) significa provare un certo imbarazzo se non vergogna per le figure di merda a cui i nostri simili si condannano con comportamenti immaturi e spesso scellerati. In una società dove l’uomo non si rivolge più a Dio direttamente, ma attraverso la “mediazione” di passaggi burocratici e filosofie alla moda, la verità e la menzogna sono le due facce di una stessa medaglia. L’amore che dovrebbe essere l’antidoto per eccellenza all’istinto di autodistruzione degli esseri viventi, caricato di troppe responsabilità e di molteplici significati, chiaramente non regge alle continue sollecitazioni dell’uomo duale: colui che predica bene e razzola male.
E’ evidente, come ospiti di una terra che palesemente non ci sopporta più, non siamo per niente abituati a non comportarci come i padroni assoluti. Quindi siamo ufficialmente in crisi! I disastri ambientali, le malattie, le cure sbagliate e poi le numerose contraddizioni, i litigi, gli interessi politici ed economici, le bugie, le falsità. Ancora le mode, i luoghi comuni, le banalità, le voragini di pensiero di filosofie usa e getta, la politica umiliata nella sua nobiltà da chi la pratica senza fare “giuramento” alla propria coscienza.
Quando ero ragazzo e volevo gettare la gomma da masticare, in mancanza di un cestino nelle vicinanze, era mia consuetudine conservarla nella tasca dei pantaloni. Dimenticarla era un atto dovuto alla distrazione di un’età leggera. Mia madre ha passato gli anni migliori della sua vita a cercare di ripristinarmi le tasche lavando a mano i pantaloni compromessi dalla mia ideologia di essere umano civile. In questo Paese a cui sono affezionato perchè ci sono nato, ma che non mi ha mai fatto impazzire (non è colpa sua, a me non piace tantissimo quasi niente) ci fosse un ufficio (vuoi vedere che siamo pieni di uffici, dipartimenti e non se ne trova uno) dove presentare le dimissioni dal genere umano ci andrei subito, purchè non ci sia la fila, l’assembramento, la coda, il numero e tutto quel genere di cose che fanno intasamento, confusione, scontentezza, conflitto perchè sceneggiate dalla mediocrità e dalla mancanza di idee chiare.
Un ufficio in cui trovare dall’altra parte qualcuno che possibilmente sia all’altezza del ruolo, un impiegato che faccia della semplicità la sua missione lavorativa e con cui avere un dialogo diretto. Uno a cui dire: sono qui per dimettermi dal genere umano perchè Dio mi ha fatto sensibile e non posso passare tutta la vita a vergognarmi per le figure di merda degli altri. Chiedo ufficialmente di poter far parte del regno animale!
La morale è: di un leone o una tigre affamati ne conosco l’intento; dell’essere umano, cattiveria a parte, mi è ignoto tutto. Ma della fresia conserverò per sempre il profumo, la bellezza poco reclamizzata. La timidezza di un fiore gentile.