Stessy, talento partenopeo e una voce soul per sconfinare nella bellezza.

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di Giosuè Di Palo

A volte, ci sono incontri che ti fanno riflettere e ti restano dentro. Persone che conosci e che ti restano impresse per il loro modo di porsi e di esprimersi.
Recentemente sono stato invitato da Stessy, una giovane artista napoletana, nel suo studio di registrazione, assieme al suo produttore Paco di Maso. Ciò che ne è venuto fuori è stato uno scambio di pareri, idee, intenso e coinvolgente.
Ho conosciuto una giovane Artista che cerca di fare della sua passione per la Musica, il suo futuro. E Paco di Maso, un gigante buono e paterno, ha reso questo incontro ancora più commovente, regalandomi a fine intervista un quadro dipinto a mano da lui.
Di seguito il contenuto integrale del nostro incontro.
Anastasia, nome d’arte Stessy. Chi ti chiamava così?
In realtà è nato dal nulla. Mi piaceva questo soprannome. Ho iniziato io a chiamarmi così e di lì a poco anche la mia migliore amica, per scherzo, ha continuato. E mi piacque molto.
Quando è nata la tua passione per la musica? C’era già qualcuno in famiglia che suonava/ cantava?
Mio nonno suonava la tromba. Anche se non l’ho mai conosciuto. Diciamo che è stata una “trasmissione” ad opera di mio padre.
Ero molto piccola. Avevo cinque o sei anni. Mia sorella mi mise davanti il karaoke e mi fece cantare. E mia mamma notò subito questa mia predisposizione al canto e mi iscrisse a scuola di canto.
Canto e poi, attualmente, conservatorio, giusto?
Si, il conservatorio un po’ di tempo dopo. Da piccolissima ho iniziato con le lezioni di canto. Poi, con il passare del tempo, ho vissuto un paio d’anni di “alti e bassi” emotivi. A volte l’insicurezza ti crea questo. Ma la mia passione era da sempre la musica. Dopo essermi diplomata, infatti, decisi di specializzarmi in canto jazz e mi iscrissi al Conservatorio di Napoli.
Nel tuo ultimo album “Get Up” ho notato sonorità molto r&b, Jazz  che richiamano artisti sia internazionali -mi viene in mente Alicia keys, Mary J. Blige- che Italiani. Ho notato analogie oltre che con il Nostro Pino Daniele anche con Serena Brancale. A chi ti ispiri?
Sicuramente “una mano” che mi tocca spesso è quella di Pino Daniele, la mia ispirazione proviene principalmente dalla sua musica, dalle sue sonorità.
Soprattutto nell’aspetto strumentale. E lì la mano di Paco (Paco di Maso) c’è tutta e si sente. Devo ringraziare principalmente lui se ne è uscito questo bellissimo lavoro.        https://www.youtube.com/watch?v=CoL9gfqX_6U 
Interviene Paco Di Maso…
Inizialmente, in realtà, volevo fare un disco di cover eppure più la ascoltavo e più vedevo in lei LA voce per le cose che avevo sempre immaginato di voler fare.
Il disco, Get Up, l’ho costruito su di lei, con il suo carattere, la sua voce ed il suo timbro.
Qualcuno può sentire analogie con altri artisti, ma l’album resta cucito addosso a lei.
Ed infine, ciliegina sulla torta, i coproduttori del disco sono Nerio Poggi, fondatore dei Papik ( inesauribile scopritore di grandissimi talenti ) insieme a Peter de Girolamo ( pianista, compositore ed eccellente arrangiatore) nomi che costituiscono un’autentica garanzia e rendono il disco di Stessy una delle novita più interessanti nel panorama della musica italiana.
E come è nata questa collaborazione con Paco?
È nata durante il casting “Ho scelto te”. Paco faceva parte della giuria, io mi esibivo come artista. Ci siamo conosciuti lì.
All’interno della competizione dovevamo presentare degli inediti. Io scrissi un brano in inglese e glielo portai. Lui mi arrangiò il brano. E di lì nacque una bellissima sintonia. La mia idea era di collaborare con lui per creare un disco di cover, Paco accettò e nacque un progetto completamente inedito “Get Up”. Il mio Album.
Nelle tue canzoni nomini spesso il mare: cosa rappresenta per te?
Mi piace tanto questa domanda. Il mare per me rappresenta le lacrime napoletane, ma anche lacrime anche di gioia, il mare rappresenta libertà, eternità, spensieratezza, esperienza.. insomma è una figura ricca di valori e cosa meglio del mare può rappresentare la nostra città ?
Recentemente ti abbiamo vista sul palco di Piazza del Plebiscito per il concerto di Capodanno.. com è stato?
È stato meraviglioso. Mi sono trovata lì tramite Gianni Simioli. Voleva rendere omaggio a Pino Daniele e chiamò vari artisti a partecipare al progetto. Da piccola, scherzando, gridavo “Plebiscito!” Immaginando di essere sul palco. Anni dopo sono riuscita a realizzare questo sogno. Ed è stato esattamente come lo immaginavo. Vedevo tante persone, il calore del popolo Napoletano, ed è stato molto emozionante.
Come gestisci l’attesa, intesa come raggiungimento di un obiettivo? Riesci a viverti il presente?
Dipende. A volte vivo con l’ansia. Ad esempio, prima di finire gli esami avevo ancora quel pensiero di studiare, di volta in volta, per superare l’esame, fino alla laurea. Ora sono arrivata al punto in cui mi manca solo quella. Il mio “obiettivo” l’ho raggiunto. E ora? Devo rimboccarmi le maniche e vedere cosa fare. Ho ansia, ma in senso positivo. Quindi penso ad un master. Poi, dopo il master, chi lo sa. Magari imparerò a suonare la tromba. Devo avere sempre l’adrenalina che mi motivi a fare qualcosa. Altrimenti non va bene.
C’è stato un periodo della mia vita in cui veramente mi sentivo demotivata. Mi alzavo dal letto e non facevo nulla. Fortunatamente, poi, ho conosciuto una persona che mi ha suscitato un “finto schiaffo morale” e mi ha gettato nella musica, per risvegliarmi. Li ho capito di aver bisogno di stimoli, altrimenti sarei una persona depressa.
E ora? Dove ti vedremo?
Mah…in studio (ride).
Ci sono delle belle cose in ballo. Oltre gli eventi a Napoli, in vari locali, a giugno dovrei partecipare al Festival Torino Soul Night.
E poi chissà…mi piacerebbe Sanremo Giovani!

La mia maestra alle Elementari diceva sempre la solita frase che a ogni ragazzo, un po’ svogliato e con la testa già proiettata al dopo, si dice: “suo figlio è intelligente, ma non si applica”. Ne ho fatto uno stile di vita. Studente di giurisprudenza presso la Federico II e di recitazione cinematografica in CinemaFiction. Appassionato di scrittura e di cinema. Scrivo opinioni, non richieste, su tutto ciò che a mio avviso merita di essere raccontato e discusso. Perché nella vita ho imparato che è sempre meglio avere un opinione che subire passivamente il corso delle cose.