Stiamo insieme.

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  • di Danilo Cappella

È lunedì 17 ottobre, e il campionato pare già finito.
È il lunedì più lunedì di tutti.
Tutti i sogni accarezzati per un’estate intera, si sono volatilizzati in un battito di ciglia, nello stesso momento in cui il ginocchio di Milik ha fatto crac.
Trovare alibi alla mini-crisi (di risultati, s’intende) che si è aperta in casa Napoli è fin troppo facile.
L’assenza di una prima punta vera, lo scarso momento di forma di alcuni giocatori chiave, un po’ di sfortuna di troppo.
Ma piangersi addosso e trovare scuse è per i perdenti, ed è il momento di smetterla.
Ma non vuole essere la solita storia, quella che dice che i vincenti trovano una strada e i perdenti una scusa.
Noi siamo nati tifosi di una squadra che mai è stata rappresentativa di un potere.
Anche quando ha vinto, periodo coinciso con la decisione della più grande delle divinità di apparire in Terra sotto forma di calciatore, non è mai stata la “squadra vincente”.
Era comunque un miracolo.
Questo Napoli, 20 e passa anni dopo, gioca un calcio meraviglioso, è ammirato in tutta Italia e oltre, è capace di divertire e divertirsi.
Non vuol dire accontentarsi farsi piacere tutto ciò senza vincere, attenzione.
Non vuol essere questo il concetto.
Il concetto è pensare ad una partita alla volta (frase tipica di ogni calciatore e allenatore che in realtà sa già anche contro chi giocherà a marzo), e godersela.
Il tempo sarà galantuomo, e se avremo la forza di non guardare la classifica per un po’ le cose andranno al loro posto.
E poi c’è il Mercoledì.
E le cose finora sono andate bene.
Molto.
E, bando alla scaramanzia, lo pensiamo tutti.
Lo sapete cosa, meglio non dirlo.
Viva la scaramanzia.
Che ci costa sognare?
Magari mentre sogniamo così fortemente una cosa così grande, le cose altrove si sistemano.
E, come due innamorati che litigano e non si parlano per un’inezia, magari un giorno rideremo di questo periodo.
Di aver avuto paura di perderci.
Ci siamo sempre amati, in momenti molto ma molto ma molto più bui di questo.
Non possiamo abbatterci adesso.
Non ha senso.
Non possiamo litigare con la nostra amata in un momento così.
Ora lei ha bisogno di noi, e noi le stiamo vicini.
E lei, statene certi, ci ripagherà estasiandoci ancora.
Stiamo insieme.
Un passettino alla volta.
A cominciare da mercoledì.
La sentite la musichetta?

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