di Alessandra Hropich
STRANE AMICIZIE SOCIAL!
Una lettrice dei miei articoli, improvvisandosi lei giornalista, mi ha posto alcune domande: “Possibile è che tu scriva spesso comportamenti degli uomini nei tuoi articoli?
Non parli anche delle donne? Anche nei tuoi libri parli solo di uomini?
Perché citi spesso gli stessi casi, tipo quando racconti del commercialista, del medico o dell’ Avvocato? Immagino esistano squilibrati in ogni settore, non trovi?
Perché parli soprattutto degli amici social, solo i contatti virtuali sono contatti con gente strana o anche al di fuori? Per finire, non è per caso che tu ci sguazzi in queste stranezze umane (maschili) per attrarre più lettori?”
Rispondo alle domande della mia affezionata lettrice, partendo dall’ ultima per poi proseguire con una sorta di articolo:
“È ovvio che io sguazzi nelle altrui stranezze maschili. Scrivere cosa immagina o vive a livello sessuale un avvocato, un commercialista o un architetto in una chat, desta più curiosità di un articolo su Rocco Siffredi di cui i lettori già immaginano tutto. La gente erroneamente pensa che un architetto faccia solo progetti e non abbia una vita di relazione o sessuale talvolta anche discutibile. Altrettanto, l’ opinione pubblica immagina il commercialista come un uomo tutto partite Iva e contabilità, nessuno lo considera magari come un infelice che non trova pace dentro di sé e cerca sesso immaginandolo e vivendolo da solo mentre scrive ad amiche social perché non sopporta la moglie.
Scrivo comportamenti degli uomini perché sono loro che si presentano nella chat, ci sono anche amici e professionisti che mi scrivono solo per avermi come addetta Stampa perché loro organizzano eventi o altro. Ma molti uomini sconosciuti, contatti social che nemmeno ti hanno mai vista di persona, in genere sono uomini alla ricerca di sesso virtuale.
Le donne mi scrivono i loro problemi, mi chiedono consigli ma sono gli uomini quelli che ci provano in mille modi a vivere situazioni irreali che soddisfino in qualche modo la loro irrequietezza.
Nei miei libri, parlo di uomini e donne in egual misura, nel libro dedicato alla felicità ci sono storie di coppie e di molte donne. Nel libro sui Mostri, idem.
Sono notoriamente spietata quando racconto le donne e non di rado, per questo, criticata perché non risparmio osservazioni vere di ogni tipo.
È vero, cito il solito commercialista (di cui cui ho già più volte parlato) di più rispetto all’ Avvocato o altri soltanto perché ho di lui più particolari, non è, il mio, come qualcuno può erroneamente immaginare, un infierire su qualcuno.
Sono altrettanto notoriamente obiettiva nel descrivere gli altri ma sono i fatti che racconto ad imbarazzare anche i diretti interessati, non io.
Comunque, per rispondere perbene, preciso che nel mio prossimo libro ci saranno tutti coloro che, per via dei loro comportamenti strani, sono ritenuti anomali. Io racconto di tutte le categorie sociali nei libri e negli articoli, soprattutto su questo giornale, però insisto su qualcuno perché mi offre più spunti.
Gli squilibrati li troviamo in ogni settore, non vi è alcun dubbio e parlo di amici social soprattutto perché, il fatto di non conoscersi e il non vedersi, fa esprimere liberamente tutti, anche i pazzi, gli esauriti, i frustrati e i tanti uomini in crisi!”
La lettrice che mi ha posto le domande mi ha soltanto sollecitato a spiegare ulteriormente argomenti già da me molto discussi ed apprezzati. Non nascondiamoci dietro un dito: ad un numero molto più esiguo di lettori interessano i miei articoli sui giornali di categoria che pur pubblico con grande professionalità.
Ma non dimentichiamo che la società vuole sapere con grande curiosità chi si nasconde dietro un normale profilo social.
Un amico togato che pubblica sentenze e questioni giuridiche, poi magari lo scopri essere un feticista. Un medico affermato che non trova pace dentro di sé e si eccita sessualmente parlando solo con donne autoritarie, un commercialista che racconta le sue (vere o presunte) erezioni proprio mentre scrive alla sua amica scrittrice che pur dice di ammirare molto anche a livello intellettuale, l’ ingegnere che non trova pace fin quando non incontra la donna che lo vorrà condividere con altre donne, il classico amore di gruppo, questo fa notizia perché nessuno ne parla.
Mi raccontano, le persone, di tutto ma specifico la professione (nei miei articoli) dello squinternato di turno perché intendo far riflettere quando scrivo di ciascuno. Ad esempio, quando racconto del commercialista (colui che ho conosciuto di più) che per gli amici tutti, social e non, appare soltanto come uno stakanovista tutto impegnato e curvo sulla scrivania dove si protrae fino a tarda sera, solo chi (come me) se l’ è ritrovato a volte ringalluzzito nella chat a raccontare le sue enormi energie sessuali, sa quello che veramente è, le sue problematiche, i suoi disagi.
Tutti noi indossiamo una maschera, molti ne indossano una sola per apparire normali in pubblico ma, in molti casi, è il loro privato uno sfacelo.
Quello che ciascuno nasconde di essere e che viene poi fuori in una chat mi fa capire molte cose, ecco cosa racconto.
Del resto, se i racconti e gli atteggiamenti di alcuni amici non li utilizzo per i miei articoli e per la mia prossima raccolta di storie tutte da ridere, cosa altrimenti ci dovrei fare con gli squinternati social da me conosciuti?
Non sono mica la confidente di tutti i disgraziati che hanno coraggio a rivelarsi solo in una chat!
Serve invece mettere a conoscenza di tutti gli squilibri rivelati a me solo in privato, sennò rimane un mondo nascosto raccontato solo ad una donna che piace mentre tutti gli altri non sapranno mai nulla.
Fare informazione significa raccontare anche ciò che i diretti interessati non vorrebbero mai si sapesse.
Per rispondere ancora alla cara lettrice: ” Parlo di tanti ma sappi che le performances virtuali del commercialista, fino ad oggi, hanno sempre riscontrato grande successo di lettori e sono loro a decidere cosa io debba scrivere, almeno su giornali social come questo! Magari un giorno mi troverò a raccontare gli squilibri del panettiere, chissà!”
Fermo restando che ho una serie di altri casi anche al di fuori dei social che fanno tutti ridere e riflettere. Perché va sempre ricordato che ognuno, sia esso un avvocato, un imprenditore, un manager in giacca e cravatta, magari con un profilo social serio e castigato, nella vita privata è tutta un’ altra persona fatta di squilibri, anomalie ed atteggiamenti del tutto diversi da ciò che si vuole apparire.
Quando vedo sui social foto di uomini nella loro macchina da corsa o su una moto di marca in bella mostra o sul bordo piscina, dico sempre a me stessa:
” È nel privato che si scopre però la miseria umana!”
DI TUTTI.
La foto sul social di ciascuno è soltanto una maschera che ognuno sceglie in base a come vuole apparire. Ma quella maschera non corrisponde alla vera natura della persona quasi mai.
Concludo ricordando che una persona fragile ed insicura potrebbe, quando non trova le sue soddisfazioni nella vita reale, scappare dalla realtà per vedere internet come un rifugio sicuro e un’ alternativa alla vita noiosa nella quale si vede intrappolato, questo lo sa bene il medico, il commercialista, l’ avvocato,
l’ ingegnere, ecc ecc
Parola di Alessandra Hropich