Superga: 66 anni di leggenda

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Se hai “un colore solo per tutta la vita” e quel colore è il granata, per te il 4 maggio è una giornata speciale.

Ieri, infatti, è stato il sessantaseiesimo anniversario della tragedia di Superga che ci ha portato via il Grande Torino.

La giornata va vissuta e commemorata e inizia con una visita al Filadelfia, il mitico stadio che da troppo tempo attendiamo venga restaurato e magari possa ospitare anche il Museo.

E poi si sale verso la basilica. Verso quel luogo che è emozione e magia, che è orgoglio e dolore e speranza. Il luogo dove incontri i cuori e gli occhi granata, ognuno con i propri riti, indumenti, sciarpe, fiori e disegni. Dove ci si racconta quella partita o quel gol o quella giornata in cui ci si è sentiti ancora più granata del solito.

torino1Dopo l’esagerato, magnifico, commovente bagno di folla dell’anno passato, ieri era, almeno fino alle 17, un po’ più tranquillo. E così ti attardi alla lapide, tieni la posizione perché il tuo capitano lo vuoi vedere e sentire mentre legge. Lo vuoi vedere e sentire bene,ogni nome, ogni emozione.

E così ti capita di veder passare tifosi di ogni genere: l’anziano che arriva a fatica ma non poteva mancare, il padre che racconta al figlio, il bimbo che sa a memoria nomi, date, gol, la signora elegante che porta le sue rose, i ragazzi allegri e rumorosi ma magnifici.

E poi ti capita Lei: fiera, bellissima, emozionata. Ti capita che la vedova di Loik si volti e incontri proprio il tuo sguardo che diventa un tutt’uno col suo. Gli stessi occhi, la stessa emozione. Ti capita che si appoggi a te e cerchi la tua mano e voglia raccontarti del suo dolore e del suo orgoglio. Ti capita che ti dica “Non dico mai quanti anni ho, dico che avevo 22 anni quando sono morta”. E ti capita di non riuscire a trattenere le lacrime, nemmeno tu, che per un attimo sei stata lei.torino3

Quando arriva la squadra, nel piazzale, la lapide ritrova un po’ di silenzio per poi essere invasa da migliaia di tifosi, dopo la messa, in attesa del capitano, dell’allenatore e del presidente.

Glik è un capitano fiero, con lo sguardo forte e limpido. E’ lì, vicinissimo a te, che con voce forte legge quei nomi che sono leggenda. E ti capita di emozionarti ancora.

Sarà sempre così, ogni 4 maggio, perché il tuo “sarà un colore solo per tutta la vita”.

 

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.