Nudo e con un cartello con la scritta “Support ò Cam” in bella vista: è questo la posa in cui si è fatto fotografare Antonio Manfredi, direttore del Contemporary Art Museum di Casoria, per il lancio di una nuova campagna di protesta ma soprattutto di supporto per il museo casoriano, che proprio in questi giorni festeggia il suo tredicesimo anniversario. La foto, volutamente provocatoria e dai toni forti, ha fatto il giro del mondo: lo scopo è quello di avvicinare e sensibilizzare tutti, privati, aziende e istituzioni, a contribuire stanziando fondi per scongiurare la chiusura della struttura. La proposta lanciata da Manfredi prevede che i privati cittadini possano adottare – al costo di 50 euro all’anno- una delle opere in collezione permanente, mentre le aziende private potranno contribuire con 500€ annuali per aggiudicarsi una delle 100 opere da esporre nei loro uffici di rappresentanza in comodato d’uso. Gli artisti invece possono prendere in gestione 1 metro degli spazi del museo, dando il via, così, ad una delle più interessanti operazioni artistiche mai realizzate in autogestione.
Questa nuova, rivoluzionaria idea è il frutto di anni di azioni anche forti, di campagne, di appelli alle istituzioni locali ma anche nazionali . Ricordiamo la richieste di asilo politico alla Germania del 2011 e la manifestazione “CAMouflage” del 2012, che ha visto la distruzione di alcune delle opere della collezione permanente.
“In passato ho dato fuoco alle opere, ora mi sono fatto fotografare nudo, e tutto a sostegno del Museo e dell’arte a Casoria. Non saprei cosa altro fare”, ci spiega Antonio Manfredi che abbiamo intercettato al telefono: “Sono anni che la politica e le istituzioni nostrane fanno solo chiacchiere e promesse, ma poi, nella concretezza dei fatti, ci abbandonano a noi stessi. E noi non sappiamo come andare avanti e come far sopravvivere il Museo”. Manfredi anche fa riferimento, non senza esprimere disappunto e amarezza all’ultimo bilancio approvato lo scorso Aprile in consiglio comunale, all’interno del quale non è stata prevista alcuna forma di finanziamento per la struttura: “In 300 pagine di bilancio non si fa menzione alcuna del Cam. Questo mi dà conferma che, in questa amministrazione come nelle passate, non c’è la volontà, né politica, né amministrativa, di investire nell’arte e nella cultura. Il motivo?Semplice: il Museo non serve a nessuno, non serve per le promesse elettorali e non è un bacino di voti. Non c’è politico o amministratore che sia realmente interessato- chiacchiere a parte- alla nostra storia. Mi sono rivolto ai diversi Sindaci, agli Assessori ed anche ai vertici nazionali. Dopo 13 anni di attività non è cambiato nulla. Vedremo come andrà questa nuova campagna, altrimenti sarò costretto a pensare di andare via da qui”.
Parole dure, che però rendono bene la situazione in cui il Museo versa attualmente. Il Domenicale sostiene fortemente questa campagna. Ci auguriamo che questa possa essere la volta buona e che le istituzioni locali si muovano e facciano la loro parte.