È previsto per mercoledì l’incontro tra il Governo e le sigle sindacali per discutere sull’annoso tema del rinnovo del contratto dei dipendenti statali. Sono infatti, oltre tre milioni i dipendenti che sono interessati dalla faccenda e neanche a dirlo l’Esecutivo spera di giungere ad un’intesa prima delle urne per giocarsi un ulteriore jolly come argomento da spendere per il referendum. Ma il problema non è di facile soluzione. Innanzitutto c’è da superare l’ostacolo degli 85 euro che per il Ministro dell’Economia, Carlo Padoan, indica “gli aumenti medi a regime”, mentre per i sindacati di categoria la cifra sarebbe la base minima dei ritocchi. In realtà secondo il Ministro Padoan la cifra sarebbe congrua per evitare eventualmente il crearsi di un divario troppo elevato tra il comparto pubblico e quello privato.
L’idea del Governo è quella di andare ad aumentare le fasce di reddito più basse, costringendo in qualche modo i sindacati ad occuparsi dei lavoratori più deboli.
Tutto questo però mal si concilia con i fondi disposti dalla Legge di Bilancio che per il 2017 prevedono un aumento di circa 40 euro mentre per il 2018 le cifre sono ancora tutte da stabilire in considerazione anche del riordino delle carriere delle Forze dell’ordine e delle nuove assunzioni all’interno della Pubblica Amministrazione.Altro nodo da sciogliere è quello relativo alle regole per la distribuzione dei premi fermi alla riforma Brunetta del 2009. Sotto questo profilo pare che sia il Governo che i sindacati viaggino sulla stessa lunghezza d’onda. Infatti entrambi sono d’accordo per regole certamente più flessibili senza obbligo di azzerare i premi del 25% dei dipendenti, lasciando solo alla legge la facoltà di stabilire linee guida e principi base.
