di Angela Cascella
Il Ministro dell’ Istruzione, Lucia Azzolina, è stata da pochi giorni più chiara ed esaustiva sul futuro della Scuola: molto prudente nel considerare un rientro in aula a settembre e poco incline ad accogliere le istanze di alcuni genitori e di taluni Ministri (Meloni, Renzi, Salvini) a ritornare tra i banchi nell’immediato mese di maggio. Il dilemma è presto sanato se si fanno diverse considerazioni. Sicuramente la principale è legata alla salvaguardia della salute; poi ci sono da considerare le esigenze di parità dei diritti degli studenti e ancora gli aspetti economici del Paese.
Facendo considerazioni su questo ultimo aspetto, appare evidente che la Scuola non è una amministrazione produttiva, nel senso di non appartenere alla filiera della produzione industriale e artigianale e che gli oneri per lo Stato rimangono più o meno invariati. Se, però, consideriamo che alla macchina scolastica sono legate le attività dei genitori, la mobilità ed i trasporti, nonché i consumi svariati di libri, prodotti di cancelleria ed altro, allora dobbiamo considerarla un perno per il movimento economico. Ma riaprire le scuole per movimentare l’economia nazionale non creerebbe problemi di difficile gestione? I mezzi pubblici e gli affollamenti ad essa legati.
Gli assembramenti in uscita ed in entrata dalla scuola che, per quanto possano essere contingentati, rischiano di essere incontrollabili. Per quanto riguarda l’aspetto della salute da tutelare, c’è l’annoso problema della pulizia degli ambienti: dovrebbe prevedersi una sanificazione degli edifici scolastici al termine di ogni giornata di scuola, oltre a prevedere pulizia ordinaria frequente ed approfondita nell’intera giornata scolastica. L’assembramento più difficile: quello della classe. Incontrollabile, ingestibile alla infanzia ed alla primaria; forse più coscienziosa alla secondaria.
Vanno considerati, poi, i Docenti anziani, visto che il nostro Sistema Scuola non ha mai effettuato un rinnovo della categoria, pur consapevole che le scolaresche sono un ‘fardello usurante’ per gli over 60. Tutelare la salute (Dlgs.81/2008 Testo unico sulla salute e sicurezza sicurezza sul lavoro) degli addetti ai lavori e degli studenti e di rimando la tutela delle loro famiglie è fattibile? Lo ritengo difficile, molto difficile.
Siamo stati in casa, abbiamo evitato contatti, assembramenti e nonostante ciò abbiamo registrato più di ventimila morti. La scienza ce la sta mettendo tutta per darci notizie attendibili e sicurezze, ma non sappiamo interpretare ancora il dato degli asintomatici, perché non sono stati fatti i tamponi ed i test a tappeto su tutta la popolazione. Soggetti in isolamento si riverserebbero per le strade, nei mezzi pubblici e nelle scuole- se queste riaprissero- senza sapere se sono asintomatici o soggetti sani (quelli non colpiti dal virus) pronti lì, come spugne, ad assorbire le cariche virali.
Potremmo incorrere in un effetto rebound che ci porterebbe al punto di partenza. In Europa hanno valutato le differenze connesse alla situazione sociale ed economica di molti studenti, ovvero di tutti i possibili soggetti penalizzati dalla mancanza di democraticità della didattica a distanza. L’inclusione non è dunque garantita, così Danimarca, Spagna e Francia elaborano soluzioni alternative come la didattica all’aperto o l’apertura delle scuole solo per alcune classi. Dunque, chi prima e chi dopo, i vicini Paesi europei non ci pensano troppo a riavviare la scuola per tutelare la parità dei diritti degli alunni e degli studenti.
In Italia, si lanciano proposte e idee; strategie diverse vengono elaborate da una Commissione appositamente predisposta per rimettere in piedi la Comunità Scolastica . Per ora sappiamo che la riapertura delle scuole avverrà a settembre, se non oltre.
Siamo prudenti o l’eccesso di zelo ci rende poco realistici? Siamo spaventati o sapientemente coscienti di ciò che accadrebbe alla riapertura delle scuole?
Partiamo dal considerare le certezze : registriamo ancora – più o meno – 500 decessi al giorno; una curva statistica che valuta i guariti rispetto agli ammalati, ci porta a sperare perché confluisce verso il basso, ma siamo lontani dal fattore R0 pari a 0 o poco al di sopra. Siamo ancora in tempesta, anche se tanti spiragli di speranza si profilano davanti tra ricerca scientifica, farmacopea mondiale e organizzazione della sanità. Il dato R0 è ancora sulla media del 3, anche se regioni come la Campania e la Calabria hanno contenuto moltissimo la diffusione rispetto al Veneto ed alla Lombardia.
Abbiamo avuto dalle 10 mila alle 20 mila multe al giorno per infrazioni alle restrizioni ministeriali. Cosa commetteranno gli indisciplinati alla riapertura delle scuole? Sapranno osservare i regimi di sicurezza e tutela?
Nei tre giorni precedenti alla primissima frenata e chiusura del Paese, si è assistito al rientro in aula di molti studenti. Si sono registrate incontrollabili negligenze da parte di tutti: tra i banchi è tutto diverso rispetto al fuori perché il processo di insegnamento- apprendimento esige la continua interazione umana.
Dall’Aiutare a togliere ed appendere le giacche ai più piccoli , allacciare le scarpe, passare i colori, aprire gli zaini a passare il gessetto per la lavagna, la penna, la correzione dei compiti, l’uso della LIM ai più grandi; passando per gli accudimenti e le interazioni pratiche con coloro che hanno bisogni educativi speciali. Distanziamento e lavaggio mani sono difficili da garantire. Mascherine da indossare per 4 -5 ore con l’incomodo di doverci parlare dentro e da non toccare assolutamente e da non spostare e non perdere categoricamente (immagino una classe di scuola primaria) , sembra davvero un gran problema.
Fogli, libri e penne come veicolo di trasmissione. Spazi aula troppo piccoli. Aule con finestre che non consentono una buona aereazione. Il problema principale è che gli edifici scolastici sono stati trascurati per troppo tempo, diverse le difficoltà pratiche e materiali (ovviamente non è così per tutte le scuole).
Occorre prendere decisioni univoche, chiare, pertinenti alla gravità del fatto; perché l’approssimazione e la superficialità di certe scelte potrebbe far diventare gli alunni vettori del virus verso familiari, amici e conoscenti. Aspettiamo ulteriori sviluppi della pandemia e la considerazioni di virologi ed esperti del settore scuola, nella speranza che a prevalere sia sempre e solo la salute del cittadino.