Si è svolta ieri 5 Novembre 2014 dalle 11.00 alle 15.00, a Piazza Montecitorio a Roma, un importante manifestazione, organizzata dalla Onlus “Tutti a scuola” a favore dei ragazzi disabili. Hanno inscenato una serie di decapitazioni con una finta ghigliottina, leggendo lettere sulla scuola dei disabili provenienti da tutta Italia. Protagonisti i genitori, i parenti e gli stessi ragazzi disabili, che hanno così simulato l’ingiusta condanna a cui sono destinati, ovvero la privazione di un diritto fondamentale, come quello allo studio. Una condanna, un abbandono dallo stato e una conseguente assenza di fiducia nelle istituzioni da parte delle famiglie. Una situazione già critica, peggiorata da una manovra di stabilità che ha solo messo in luce il disinteresse che questo governo ha mostrato nei confronti dei soggetti deboli, bisognosi invece di maggiore assistenza e cura.
Il giornale ‘Il Fatto Quotidiano’ ha avviato, insieme all’associazione ‘Tutti a scuola’, una campagna di sensibilizzazione nazionale sulla situazione dei ragazzi con disabilità nelle scuole italiane.
La campagna era iniziata con il caso di Napoli, ovvero seicento ragazzi lasciati a casa perché la Provincia non ha fondi.
Sono giunte, così, numerose segnalazioni di situazioni problematiche, che hanno rilevato la mancanza di assistenti, la carenza di docenti di sostegno, disservizi nei trasporti e molto altro. Non ci sono fondi per il trasporto, non ci sono fondi per gli insegnanti di sostegno e neanche per la corretta formazione degli stessi. Le lettere dei genitori hanno raccontato di scuole che invitano a tenere i loro figli a casa o a portarli a scuola solo per qualche ora, della mancanza di assistenza nell’uso dei servizi e nella refezione. Scene alquanto pietose in una società ritenuta ‘civile’. Toni Nocchetti, medico napoletano, blogger de “Il Fatto Quotidiano”, è l’ anima dell’associazione ‘Tutti a scuola’, che da anni lotta per il diritto allo studio dei ragazzi con disabilità: “tutti mi chiedono i motivi del mio impegno visto che non ho figli disabili. Lo faccio perché sono un essere umano, un papà e un cittadino. La disabilità dovrebbe essere considerata come un minimo comune denominatore di civiltà…”. L’associazione è un importante centro di ascolto e di counseling, e serve le famiglie dei disabili distribuiti in tutta Italia per problematiche legate alla scuola, al tempo extra scolastico, all’assistenza. Un’attività anche legale, per il riconoscimento delle ore di sostegno e per la tutela dei diritti dei disabili nei diversi ambiti della vita. Grazie alla sentenza n. 80 di febbraio 2010 della Corte Costituzionale ha, infatti, dato il via a migliaia di ricorsi in tutta Italia. Tante le attività gratuite dell’Associazione (Tutti a scuola a teatro, Tutti a scuola e catacombe senza barriere, Tutti a scuola e gli animali, Tutti a scuola e l’Atletica leggera, Tutti a scuola e il Nuoto, Tutti a scuola e la Musica…), grazie solo ai proventi del 5 per mille ed alle quote associative.
La situazione è critica, basti guardare alcuni dati e cioè che in Italia, il rapporto medio di docenti/alunni continua ad essere quello di 1:2, con alcune punte di 1:3 alle scuole superiori di secondo grado di alcune regioni, con un corrispettivo aumento invece degli alunni con disabilità che sono diventati 210.909 nell’ anno scolastico 2014/2015, da 209.814 dell’anno precedente. Una situazione assurda che ha portato negli ultimi tre anni, oltre 15 mila famiglie italiane a fare ricorso contro il ministero della Pubblica istruzione per ottenere il diritto allo studio per i loro figli.
Uno dei diritti fondamentali, come ci suggeriscono sia gli art.33 e 34 della Costituzione, sia l’art. 26 della Dichiarazione Universale dei diritti umani dell’ONU, e forse un diritto per tutti….al di là di ogni ‘limite’.