di Alessandro D’Orazio
Il dibattito sulla riforma pensionistica (cd. “Quota 100”) imperversa oramai da diverse settimane nel panorama politico nazionale. In particolare, a causa delle ben note ristrettezze di bilancio, il governo potrebbe ritrovarsi a dover prevedere delle penalizzazioni per le pensioni “Quota 100”, così da poter contenere i costi legati a questa riforma che vuole rivoluzionare la precedente della Fornero. Nel corso di questa settimana, infatti, dovrebbero essere scoperte definitivamente le carte sulla tanto attesa manovra.
Tra le novità più rilevanti si ipotizza il ritorno delle “finestre” per le pensioni anticipate con quota 100. E così per chi avrà 62 anni di età e 38 di contributi nel 2019, l’uscita scatterà solo da aprile prossimo, con cadenze trimestrali per i successivi esuberi dal lavoro. È l’ultima mediazione raggiunta all’interno dell’esecutivo giallo-verde al fine di rendere meno oneroso l’allentamento della legge Fornero. Ma anche per allineare l’operazione con l’avvio del reddito di cittadinanza, atteso anch’esso ad aprile, dopo la riforma dei Centri per l’impiego.
Secondo un’analisi di Progetica su Corriere Economia, chi ad esempio ha iniziato a lavorare tra i 22 e i 26 anni potrà andare via a 62 ma subirà una penalizzazione sull’assegno del 25 per cento. Infatti questo meccanismo potrebbe di fatto dare una sforbiciata consistente all’assegno, in quanto si lascerebbe il lavoro con circa 4-5 anni di anticipo rispetto all’età attualmente fissata dai paletti della Fornero. L’unica possibilità per integrare la pensione percepita sarà per questo il ricorso ad un emolumento parallelo – di natura privata – (cd. “Fondo pensione”) in grado di aumentare gli importi erogati al termine della carriera lavorativa.
Conti alla mano, la platea interessata dalla nuova riforma è di circa 400mila lavoratori e la gradualità o lo slittamento dei tempi non potranno che avere, dunque, riflessi anche sulle grandezze economiche della manovra. In linea di principio, come già evidenziato, sulle pensioni “Quota 100” ci sono ancora dei punti da chiarire e sicuramente nei prossimi giorni si potrà avere un quadro più chiaro della situazione.
Ciò che il governo M5S-Lega vuole ottenere con questa misura della Legge di Bilancio 2018 è il turnover delle forze lavoro, consentendo ai giovani di subentrare agli anziani all’interno delle aziende. Il progetto è sicuramente ambizioso e andrebbe a modificare quelli che sono stati gli equilibri italiani degli ultimi anni, al netto però delle numerose difficoltà emerse e alle quali l’esecutivo dovrà porre rimedio.