Un caffè a Sanremo. Brunori sas incanta l’Ariston

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di Giosuè Di Palo

Luci pronte, conduttori pure, inizia il circo di Sanremo 2025.
Pochi secondi e già i primi intoppi, l’audio non funziona e Carlo Conti parla “a vuoto”. Poi, il collegamento del Papa che, per la prima volta, lancia un messaggio in merito all’importanza della musica per la fede (?).
A cosa stiamo assistendo?
Inizia la gara e, neanche il tempo di ascoltare Gaia e Noemi, siamo già al Decimo cantante in gara. Lo show dei Record (almeno in quanto a velocità).
Di seguito i momenti degni di nota, sempre a mio avviso, della prima serata del Festival.

IL TOP

BRUNORI SAS
Finalmente torna a Sanremo il cantautorato Italiano, quello vero, quello serio. Una canzone potente e nostalgica, con un testo sussurrato e delicato che arriva all’anima. In una classifica ideale, almeno da podio.

JOVANOTTI
Un Jovanotti in stato di grazie eterna, compone un medley di canzoni iconiche e fa divertire. Il suo estro e la sua energia contagiosa svecchiano anche Carlo Conti, ancora troppo ingessato e formale.
Un pensierino sulla sua prossima conduzione del Festival lo farei.

OLLY
Partito in sordina, sottovalutato dai più ed invece porta una canzone Sanremese all’ennesima potenza. Sorprende e corre dritto per la sua strada, possibilmente verso il podio.

NOEMI
Se c’è un artista che, su tutti, meglio riesce a cantare la quotidianità e le stagioni dell’amore con naturalezza e semplicità, questa è proprio Noemi che, con una ballad senza tempo, porta sul palco la paura e la consapevolezza del mettersi in gioco, in amore e nella vita.

WILLY PEYOTE
Willie Peyote è tornato al Festival di Sanremo con il brano “Grazie ma no grazie”. Nella sua esibizione ha presentato un testo pungente e ironico, in linea con il suo stile distintivo, affrontando tematiche sociali con sarcasmo e profondità. “Ma che storia triste, avevo aspettative basse, so già come finisce” riflette una critica disincantata verso determinate dinamiche sociali.
Si conferma artista da penna eccellente e scrive una bella pagina di Sanremo2025.

IL FLOP

CARLO CONTI
Presentato come conduttore chiave e capitano condottiero verso nuovi mari di Sanremo, porta con sé un modo di condurre antiquato e stagnante.
Nonostante riesca nell’impresa di concludere la gara in tempi record (1:20), il ritmo mantenuto dal conduttore è lento, statico e difficilmente si lascia prendere da momenti di sketch e di complicità con i co-conduttori. Peccato.

ANTONELLA CLERICI
Arriva (vestita malino). Fa il suo compitino. Accompagna Carlo e Gerry (vero conduttore della Serata). Se ne va. Una presenza senza macchia e senza lode.

TONY EFFE
Dopo le mille polemiche di queste settimane, mi sarei aspettato, come minimo, un signor pezzo.
Un pezzo che potesse giustificare e calmare le acque delle centinaia di haters che hanno intasato i social gridando allo scandalo in merito alla sua partecipazione al Festival di quest’anno. Invece ciò che porta è un brano parodia. Il suo personaggio risulta spento, sbiadito, fuori fuoco, ridotto ad una macchietta del classico Romano un po’ anni ‘70 che stride con la narrazione che ha sempre avuto di sé.
Mi chiedo…ma non erano meglio i Jalisse?

UN CAFFÈ SOSPESO
Il grande elefante nella stanza di questa edizione resta Fedez e il dilemma morale. Si riuscirà a giudicare la canzone o il contorno sovrasterà il tutto?
Indubbiamente la sua proposta parla di temi forti, importanti, cantati (alle volte
urlati) in un modo altrettanto solenne. Sicuramente la migliore canzone mai portata da Fedez su un palco, ma basterà questo a far sbiadire il ricordo ancora fresco del gossip che lui stesso ha scelto consapevolmente di alimentare? Chissà.

La mia maestra alle Elementari diceva sempre la solita frase che a ogni ragazzo, un po’ svogliato e con la testa già proiettata al dopo, si dice: “suo figlio è intelligente, ma non si applica”. Ne ho fatto uno stile di vita. Studente di giurisprudenza presso la Federico II e di recitazione cinematografica in CinemaFiction. Appassionato di scrittura e di cinema. Scrivo opinioni, non richieste, su tutto ciò che a mio avviso merita di essere raccontato e discusso. Perché nella vita ho imparato che è sempre meglio avere un opinione che subire passivamente il corso delle cose.