Negli ultimi giorni, i quotidiani sono pieni di notizie di grandissimo rilievo; eppure, nonostante una simile condizione, le principali testate nazionali hanno dato ampio spazio ad una notizia, che è tale solo in Italia, visto che altrove il fatto, di per sé, non rappresenta motivo alcuno di stupore.
L’ex-Presidente della Regione Puglia, Vendola, notoriamente gay, ha legittimamente deciso con il suo compagno di divenire genitore, per cui, in virtù di una pratica perfettamente legale negli Usa, con l’aiuto determinante di una donna americana, ha coronato il suo sogno e quello del suo partner.
In Italia, Paese notoriamente destinato ad arrivare sempre secondo, quando si discute di diritti civili, la cosa non solo ha sorpreso, ma ha determinato sui social network l’esplosione di commenti ingenerosi e prossimi alla contumelia nei riguardi di Vendola, accusato di voler “comprare” un figlio al facile mercato statunitense.
Per davvero, simili commenti non solo sono di cattivo gusto, visto che Vendola, con la decisione che ha assunto, non ha privato altri della libertà necessaria ed auspicata, ma ha piuttosto dato la possibilità ad un’esistenza umana di venire al mondo e, molto probabilmente, di vivere in una condizione agiata e di privilegio, visto che il piccolo Tobia avrà, di diritto, la cittadinanza statunitense e crescerà in un milieu familiare colto, ricco e raffinato, quale quello che può assicurare un ex-presidente di Regione, che è giunto ad altissimi livelli, istituzionali e politici, nel corso della sua carriera.
Peraltro, chi commenta, in modo disgustato, la scelta di Vendola e del suo partner, forse, dimentica che l’eterosessualità non è, certo, una condizione che è in grado di assicurare, di per sé, un’ottima genitorialità?
Quante famiglie eterosessuali non sono in grado di assicurare un’educazione ed un futuro ai loro figli, dal momento che non hanno le risorse, né economiche né intellettuali, per provvedere alla crescita di bambini, che molto spesso sono costretti alla dispersione scolastica e ad un futuro gramo, perché nati nel contesto familiare sbagliato?
Inoltre, le tendenze sessuali dei genitori non incidono in modo qualificante su quelle dei figli, come è dimostrato da attente analisi scientifiche, ed in molti casi, dai dati forniti dalle autorità statunitensi, si ricava che i minori cresciuti in condizioni simili sono destinati ad una rapida ascesa sociale e ad una importante carriera professionale, a dimostrazione del fatto che le famiglie con genitori del medesimo sesso garantiscono maggiore protezione sociale ed, invero, strumenti economici e culturali ben maggiori di quelli garantiti dall’ordinaria famiglia eterosessuale.
Non si può, certamente, non sottolineare il fatto che la notizia dell’adozione, da parte di Vendola, sia esplosa negli stessi giorni nei quali il Parlamento ha discusso dell’approvazione del disegno di legge in merito alle Unioni civili, espungendo dal testo il punto assai delicato del diritto alla genitorialità da parte dei cittadini gay, giungendo – come era, ampiamente, prevedibile – ad una soluzione assai più arretrata rispetto a quella che può garantire la legislazione statunitense, che, in altri casi, invece il legislatore prende a modello, soprattutto quando si tratta di provvedimenti di natura economica.
È chiaro che, nel nostro Paese, il retaggio culturale, che deriva dalla centralità della morale cristiana, non può che incidere in maniera decisiva sui destini della legislazione, per cui ineluttabilmente l’Italia sarà sempre un passo indietro ad altre realtà, continentali ed extraeuropee, che hanno realizzato un processo di laicizzazione delle loro norme molto più marcato ed avanzato del nostro.
Adozione da parte delle famiglie gay, eutanasia, cultura del “finis vitae”, diritto ad una sessualità libera, molto probabilmente resteranno, per decenni, mere aspirazioni di una parte della pubblica opinione nazionale, che rimane, purtroppo, poco in sintonia con gli umori della stragrande maggioranza della popolazione italiana, legata alla tradizione del Cristianesimo più integralista, per certi aspetti lontani dalle posizioni più moderne di settori teologicamente importanti, come quelli gesuitici e, talora, domenicani.