– di Margherita De Rosa
Anche le serrande della storica libreria Colonnese, sita a Napoli, in via San Pietro a Maiella, sono state maldestramente “decorate” da quegli obbrobri metropolitani che vorrebbero fregiarsi del titolo di “street art”… indignati i proprietari e gli estimatori di un luogo di cultura caratterizzato da uno stile inconfondibile, da un’atmosfera peculiare ed ora offeso nella sua facciata, che, pur non ledendo minimamente la bellezza degli interni, doveva comunque costituire il tratto d’unione con il pubblico, il biglietto da visita di una delle eccellenze della nostra Napoli … ma i “writers dell’ultima ora” non hanno dimestichezza né con il rispetto, né con la conoscenza e, sebbene tra loro possano annoverarsi anche veri artisti, la maggioranza beneficia della bella compagnia della più totale ignoranza… Ovviamente questa realtà non offende solo Napoli, infatti essa è “praticata” in diverse città italiane, da Venezia a Milano, da Trieste a Torino e, ultima in ordine di tempo, ad Ascoli, dove, proprio nei giorni scorsi, sono stati deturpati antichi e prestigiosi monumenti posti nel centro storico: nessuna delle nostre terre, dunque, si salva dagli Attila delle bombolette spray, che hanno a loro vantaggio almeno l’assenza di atteggiamenti discriminanti o razzistici, visto che sono presenti da Nord a Sud “democraticamente”… Chiaramente, il primato, per una questione puramente gerarchica, spetta alla Capitale, che, in più di un’occasione, ha visto “stranamente modernizzati” ruderi e rovine del bel tempo che fu… Non è un caso che, per ovviare a tanto scempio, sia stata ideata un’ “Associazione Nazionale Antigraffiti per il decoro urbano”, che si è adoperata di recente per “ripulire” la zona dell’Esquilino, ed è proprio dai dati forniti dalla citata fondazione che emergono dati sconcertanti, non solo in relazione alla quantità dei monumenti danneggiati ma anche inerenti alle modalità utilizzate dai “sedicenti artisti” al fine di “più vasta orma stampar”: allo scopo, infatti, essi adoperano vernici indelebili che restano “inamovibili” anche con l’uso del laser: di tali “fregi” vengono spesso adornate chiese e cattedrali antichissime, che riportano danni irreparabili per la specificità dei materiali di costruzione, non recuperabili in alcun modo
Quella che, inizialmente, poteva sembrare una manifestazione spontanea e, volendo, perdonabile, si è trasformata, nel tempo, in una vera e propria “catastrofe ambientale urbana”, così che il 22 novembre è stato posto in essere il “Cleaning day”, già realizzato lo scorso anno per rimettere a nuovo una piazza di Milano ormai irriconoscibile e che, questa volta, ha avuto come scenario un’altra zona del milanese. In verità, tale iniziativa dovrebbe essere ripresa ovunque e, in qualche misura, ciò avviene, ma il vero problema sta nel fatto che rimettere a nuovo monumenti e muri sortisce l’effetto di provocare il genio malefico dei moderni Attila dell’arte, con il risultato di ritrovarsi nella condizione iniziale: città offese in quella che è la loro storia, la loro identità, il loro prestigio… Sanzionare non è impresa semplice, anche perché i writers di serie “Z” agiscono per lo più di notte, eludendo probabili “spettatori”, quindi la possibile soluzione sarebbe quella di incrementare la vigilanza o la videosorveglianza laddove esistano edifici, templi o anche, semplicemente, muri appena tinteggiati che sembrano suscitare gli appetiti più ancestrali di questi artisti incompresi o meglio incomprensibili!
Anche nella nostra “bella” Casoria, sembra che i writers nostrani aspettino proprio il grande evento dello smantellamento di ponteggi che, per mesi, hanno fatto degli inermi ospiti di anonimi caseggiati dei “prigionieri della ristrutturazione condominiale” e… magia delle magie: nel giro di qualche giorno ecco l’estro erotico prodursi nelle più eloquenti immagini falliche o similari…effigi così pregne di contenuto sono apposte anche all’entrata della sede succursale del Liceo Gandhi, probabilmente frutto della necessità di esplicitare una lezione di anatomia: e se fin qui il fatto può sussistere in quanto giustificato da motivi di studio (???), proprio non si spiega il perché del trionfo priapeo nei pressi degli uffici elettorali di Casoria: arte, pornografia, stupidità, cattivo gusto, ignoranza? La scelta tra le opzioni proposte non è ardua, ma il vero problema è un altro: comprendere le motivazioni profonde che inducono i nostri giovani ad offendere in modo così becero la civiltà o quanto di essa resta, almeno nei nostri martoriati territori: ribellione, desiderio di visibilità pur in un anonimato colpevole, necessità di esprimersi e di contravvenire alle regole?
Certo, nulla è casuale e gli autentici writers così come la street art “doc” sono ben altro, alternativi, nel loro porsi, all’accademico ma pur sempre ottime forme di espressione, tali da determinare la nascita di mostre e festival, che hanno come palcoscenico le stesse città oltraggiate dalla follia distruttrice di vandali, ai quali l’arte è nota come lo è la filosofia alle ultime tribù africane sopravvissute, con immenso ed incondizionato rispetto per queste ultime. La probabile soluzione dell’annosa questione sta, come sempre, nella prevenzione, che, si badi bene, resta un’esclusiva degli enti di formazione dei giovani e quindi della scuola in primis…non dimentichiamo che, negli ultimi decenni, è stata pianificata una politica che ha ridotto al minimo la conoscenza dell’arte negli istituti superiori, altrettanto si dica per la musica: tutto ciò è vergognoso e indegno di un paese civile! La scuola ha l’obbligo di rendere consapevoli i propri studenti del significato autentico delle opere d’arte, che sono testimonianza di un passato glorioso da difendere e tutelare: imbrattare significa ferire a morte la nostra storia, negarla, distruggerla o, peggio ancora, ignorarla… dunque, i Governi dovranno recuperare molta strada in tal senso e riaprire le porte di quella cultura autentica che rende ciascun giovane non un contenitore di nozioni ma un critico osservatore della realtà: e, come dice Moren, una testa ben fatta è mille volte preferibile ad una testa ben piena, poiché il nozionismo non rende migliore nessuno, ma la capacità di pensare fa di ciascun individuo un essere degno dell’appellativo di uomo, un uomo che lascerà la sua firma nella storia in altro modo e non deturpando un monumento o la serranda di una libreria antiquaria e quindi offendendo la vera civiltà di una nazione di cui è certamente figlio indegno!