Vivere è un’ avventura unica per ciascun essere umano: a ciascuno il suo percorso, ad ognuno un itinerario di vita in cui certi treni passano e vengono presi al volo, in altri casi si resta fermi a lungo alla stazione, e tante altre volte il treno perso non lo si prende più, trascinandosi dietro rimpianti e rimorsi.
Vivere è affrontare nuvole e sole, senza avere possibilità di determinarne l’evoluzione. Eppure ciascuno ha in se quelle capacità umane per poter dare un senso piuttosto che un altro al proprio vivere.
Il merito nella vita è riuscire a fare ciò che è più giusto e consono per se stessi, seguendo le proprie inclinazioni, ascoltando il proprio cuore, inseguendo desideri e sogni. Ma se tutto ciò rischia di impattare con la disdetta, con l’imprevisto, con il non desiderato, cosa bisogna fare? Si rischia di non avere più meriti? E che merito hanno quelli la cui fortuna li accompagna in ogni luogo ed in ogni dove? La vita è un groviglio di scelte, situazioni, opportunità che mette tutti sul banco di prova. Meritevoli sono quelli che fronteggiano il quotidiano con stipendi minimi o medi? O sono quelli che con furbizia e scaltrezza moltiplicano i propri guadagni con estrema facilità? Difficile a dirsi; come difficile è dire chi sia più sereno e soddisfatto. Riuscire a vivere, oggi, con poco danaro in una società di consumismo, di esibizionismo e fanatismo è una abilità di tutto rispetto che rende, chi ne è capace, degno di tanto merito. Anche coloro che da un seme traggono dieci frutti, sono meritevoli. L’unica differenza è che molte volte chi cerca di sbarcare il lunario con pochi guadagni prova verso di se una stima nettamente inferiore rispetto a chi ha guadagni corposi. L’autostima, invece, non e’ da considerarsi inversamente proporzionale alla capacità di guadagno e di affermazione professionale; perché, in una società complessa come quella di oggi, il merito si adatta, come una corona di alloro sul capo, a coloro che con pochi introiti riescono a svolgere una vita dignitosa.