Ancora una volta una donna che ha creduto ingenuamente ad un uomo con il quale ha avuto una storia di amore e/o di sesso. È la storia di Tiziana Cantone ripresa dal suo uomo durante un momento di passione: un video hard che la riprendeva priva di inibizioni, volitiva ed incuriosita dal fatto di essere ripresa. Durante quei momenti di intima confidenza umana, lei chiede e dice: “stai facendo il video, bravo?”. Frase che è divenuta un tormentone, uno slogan su magliette e gatgets di vario genere. Come poteva mai immaginare che il video sarebbe stato reso pubblico dal suo uomo? E lei, Tiziana, oggi si è tolta la vita suicidandosi in casa , impiccandosi con un foulard. Non ha retto alla vergogna, alle dicerie del suo paese, Mugnano; non ha retto soprattutto alla delusione di un uomo che la denuda per viverla e poi la denuda nuovamente in pubblico per ucciderla. Cosa si può pensare di un uomo così? Di uomini così? Perché pare che i video fossero più di uno e più di uno gli uomini coinvolti. Cosa si può pensare di una donna padrona della sua femminilità, fiduciosa dell’uomo che la spoglia e da lui si lascia riprendere? Lui é forse uno di quelli che sbandiera conquiste per confermare la propria mascolinità? Oppure è un uomo ferito e si vendica con la più atroce delle bassezze? Lei, anche se disinibita, istintivamente protesa al suo compagno è comunque una donna che si è tolta i vestiti, ma anche tutte le paure e le incertezze, vivendosi una sessualità libera; ma soprattutto una donna fiduciosa, speranzosa che si è affidata ad altri per libera scelta e non per vedere la sua anima svenduta e pubblicizzata. Voleva cambiare identità, rifarsi una vita, combattere legalmente e difendere con le unghie e con i denti la sua privacy, ma oggi ha cessato di battagliare.