di Alessandro D’Orazio
Che il problema dell’eccessivo utilizzo degli imballaggi di plastica sia uno dei grandi mali prodotti dalla economia del nuovo Millennio è una notizia oramai appurata, così come è risaputo che devono essere ancora molte le azioni da mettere in atto in termini legislativi per far fronte al problema. Sebbene qualcosa, almeno in Europa, pare che stia cambiando nell’ambito della salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, ancora tanto c’è da fare e a chiederlo sono sempre più cittadini interessati e sensibili al tema.
A questo proposito si inserisce l’appello di Zero Waste Spain, la rete che invita alla mobilitazione contro l’uso della plastica da lunedì 3 a domenica 9 giugno. “Boicottiamo tutti i prodotti alimentari che sono imballati nella plastica”: questo è il monito degli organizzatori della settimana di #boicotalplastic, una vera e propria ribellione al cibo avvolto proprio nella plastica. E’ infatti ormai una certezza la considerazione che se non verrà limitato il consumo e l’abuso di questo materiale, nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci!
Eppure la grande distribuzione non sembra aver recepito il problema, continuando a sfornare prodotti avvolti in un tripudio di plastiche, le quali – se non correttamente smaltite e differenziate – corrono il rischio di inquinare il suolo e i fondali dell’intero pianeta, minando peraltro la salute di milioni di animali e mettendo a repentaglio la delicata biodiversità di molte zone del globo.
Inoltre, come è noto, la plastica non consente spesso una lunga conservazione dei prodotti che avvolge, facendo sì che la scarsa qualità di quest’ultimi sia compensata da costi molto più bassi rispetto alla concorrenza ed al solo fine di invogliarne il consumo.
E’ quindi auspicabile che soprattutto alimenti più facilmente deperibili, quali frutta e verdura, vengano consumati in loco; non solo per una questione di sostenibilità ambientale, ma anche per il mantenimento delle originarie ed indispensabili qualità organolettiche. In considerazione di quanto detto, l’appello di Zero Waste è dunque molto più di profondo ed articolato. Non si tratta in questo caso di una semplice e banale “ribellione” settimanale, ma di un impegno concreto per la salvaguardia dell’intero ecosistema.